Il rapporto sulla qualità dell’aria, stilato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente, segnala che gli inquinanti mostrano un trend in riduzione, ma la qualità globale dell’aria è ancora bassa per l’elevata concentrazione di sostanze tossiche volatili e particolate. Di seguito l’analisi dei vicepresidenti del Congresso “Highlights in allergy and respiratory diseases” di Genova, che si è svolto dal 17 al 19 novembre, presieduto dal Prof. Giorgio Walter Canonica.
INQUINAMENTO CAUSA DI ASMA E INFIAMMAZIONI – “L’inquinamento atmosferico – spiega il Prof. Giovanni Passalacqua, Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche, Università degli Studi di Genova – è sicuramente uno dei più importanti fattori esterni che influenzano la salute delle vie respiratorie, le quali sono appunto in costante contatto con l’aria ambiente. Anche per le malattie allergiche respiratorie esistono legami tra patologia ed inquinamento, alcuni noti e studiati da decenni. Nell’asma allergica è presente una infiammazione cronica dei bronchi che genera una maggior facilità di chiusura delle vie aeree (iperreattività bronchiale). E’ evidente che l’inalazione di sostanze irritanti in alte concentrazioni non fa altro che aumentare questa reattività bronchiale e può quindi peggiorare i sintomi. Peraltro, è stato dimostrato molto chiaramente che l’utilizzo di farmaci inalatori per l’asma, correla in maniera diretta con l’entità dell’inquinamento atmosferico. Nelle zone circostanti le strade di grande traffico la prevalenza di malattie allergiche (asma e rinite) è maggiore che nelle zone rurali.
INQUINAMENTO CAUSA AUMENTO POLLINI – “Esiste un altro legame meno noto tra inquinamento e allergie – aggiunge il Prof. Passalacqua – L’inquinamento è il principale responsabile del progressivo riscaldamento dell’atmosfera. Quest’ultimo è a sua volta responsabile dell’aumento dei pollini nell’aria e dell’aumento della durata delle stagioni polliniche. Tale fenomeno è stato ben osservato dal nostro gruppo in Liguria, in uno studio durato 25 anni. Anche se il rapporto Europeo si riferisce all’aria esterna, ricordiamo che esiste anche un “inquinamento indoor” (sostanze chimiche, detersivi, vernici). Tra gli inquinanti indoor possiamo far rientrare anche alcuni dei maggiori responsabili di allergia respiratoria: acari della polvere, forfora di animali e muffe. In conclusione esistono diversi e più o meno stretti legami tra l’inquinamento atmosferico e la patologia allergica, che come sappiamo è molto influenzata da tutto quello che è “ambiente esterno””.
“L’inquinamento – afferma il Prof. Fulvio Braido, Dirigente Medico dell’Ospedale San Martino di Genova – é la principale causa dell’incremento delle allergie. La tecnologia e l’industrializzazione hanno portato ad importanti cambiamenti ambientali, all’incremento dell’inquinamento atmosferico e alla riduzione dell’esposizione agli agenti infettivi. Tutto ciò porta ad una alterazione della normale risposta infiammatoria e immunitaria con conseguente incremento delle allergie. E’ noto che, confrontando i bambini delle città con quelli che vivono in un ambiente rurale, i primi hanno più allergie. Ma l’inquinamento è anche causa di aggravamento dei sintomi in pazienti con patologia allergica. Si consigliano, quindi, non solo misure di riduzione delle emissioni, ma anche una maggior consapevolezza delle malattie allergiche e una maggiore attenzione nel controllo dell’asma”.