Il Tanaro torna a far paura nel Cuneese: “E’ come nell’alluvione di 22 anni fa”

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Lo spettro dell’alluvione di 22 anni fa, che causo’ una settantina di morti e danni per oltre 20 mila miliardi delle vecchie lire, e’ rimasto indelebile da queste parti. Ed ora che i fiumi tornano a far paura, gonfiati dalle incessanti piogge dell’allerta rossa, e’ inevitabile tornare a quei drammatici giorni. “Abbiamo paura, si sta rasentando la situazione del ’94“, ha dichiarato Sergio Di Steffano, sindaco di Garessio, tra i comuni della provincia di Cuneo piu’ colpiti dal maltempo. “Abbiamo chiuso tutti i ponti, le fabbriche e le scuole – racconta al telefono con la voce affannata -. I bar e i negozi del centro sono allagati”. L’acqua invade strade e case, i fiumi che scavalcano i ponti, abbattono gli alberi e si mangiano pezzi di asfalto. Oggi come allora, l’aria umida del mare ancora caldo che aumenta il carico di pioggia. “Sembra di essere tornati ai giorni dell’alluvione del ’94, abbiamo paura”, conferma Alfredo Vizio, primo cittadino di Ceva, altro centro della valle Tanaro flagellata dalle piogge.

“La situazione e’ grave – dice -. Abbiamo chiuso tutti i ponti, temiamo di restare isolati”. “I danni sono tutti da verificare – sottolinea il primo cittadino – adesso mi interessa soltanto l’incolumita’ delle persone: sara’ una notte senza fine”. Dodici ore, o forse qualcosa di piu’, “di tribolazione per gestire una emergenza che puo’ soltanto aumentare, soprattutto se dovesse mancare la luce”. La corrente elettrica va e viene, dando al paese un aspetto spettrale. Dal ’94, tuttavia, la prevenzione ha fatto grandi passi avanti in Piemonte e la macchina della Protezione Civile e’ una delle meglio organizzate in Italia. “Questa volta le precipitazioni sono state piu’ intense di allora, ma di fatto la situazione e’ stata migliore grazie agli interventi fatti nel frattempo”, ha dichiarato il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino.

“In valle Tanaro ci sono persone evacuate, negozi, opifici e campi allagati. I danni sono gia’ evidenti, la situazione e’ assai critica. Ma quella tragedia – sottolinea evidenziando le differenze tra oggi e 22 anni fa – ci ha insegnato: il letto del fiume e’ piu’ pulito, non ci sono piu’ materiali e non si e’ verificato l’effetto diga sui ponti che, almeno per ora, hanno tenuto; sono state create aree di esondazione”.

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