Terremoto Centro Italia: 28mila senza casa sulla terra che continua a tremare

MeteoWeb

Nell’area colpita dal terremoto si corre contro il tempo per dare una sistemazione adeguata a migliaia di sfollati. Il freddo dell’inverno è ogni giorno più vicino, e non esiste un’unica soluzione per chi ha bisogno di aiuto: gli allevatori non possono lasciare le loro bestie, gli imprenditori hanno bisogno di salvare tutto ciò che è recuperabile delle attività commerciali e non allontanarsi dalle aree di lavoro, bambini e ragazzi devono poter frequentare scuole spesso difficili da raggiungere per gravi danni alla rete stradale. Tutto – spiega Alessandra Lemme per LaPresse – è reso più difficile dalle piogge autunnali e dalle scosse che continuano, senza sosta.

DAL 24 AGOSTO OLTRE 22 MILA SCOSSE – La sequenza sismica prosegue, conferma l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, con un numero complessivo di scosse superiore alle 22.700 dal 24 agosto. Dopo l’evento del 30 ottobre, di magnitudo 6.5, sono stati localizzati complessivamente oltre 2700 eventi sismici. Nelle ultime 24 ore i terremoti più forti sono stati localizzati in provincia di Rieti, magnitudo 3.7 alle 14.10 di ieri e in provincia di Perugia, magnitudo 3.7 alle 21.32 di ieri.

LaPresse/Reuters
LaPresse/Reuters

L’ASSISTENZA AGLI OLTRE 28 MILA SENZA CASA – Sono oltre 28mila le persone assistite dalla protezione civile. Di queste, oltre 19mila sono ancora nei Comuni di appartenenza: 17.500 ospitate in palazzetti, centri polivalenti e strutture allestite ad hoc, e 1.600 alloggiate in strutture ricettive messe a disposizione sul territorio.Sono, poi, circa 8.400 le persone accolte presso le strutture alberghiere lungo la costa adriatica, mentre circa 500 persone fra Lazio, Marche e Umbria sono assistite in tenda.Nella Regione Marche sono più di 21mila gli assistiti: oltre 14mila in strutture di prima accoglienza allestite dai Comuni, circa 850 in strutture ricettive sul territorio e quasi 7mila negli alberghi della costa.In Umbria sono quasi 4mila gli assistiti: più di 2mila in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale, oltre 500 in tenda, circa 260 in strutture ricettive sul territorio e circa 1.000 negli alberghi sulla costa adriatica.Nella Regione Lazio sono più di 800 gli assistiti: circa 160 in strutture di prima accoglienza allestite dai Comuni, una cinquantina in tenda, un centinaio in strutture ricettive sul territorio e quasi 500 negli alberghi della costa adriatica.Nella Regione Abruzzo, infine, sono circa 1.700 gli assistiti: quasi 1.300 in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale, più di 400 in strutture ricettive in ambito comunale e una decina in hotel sulla costa adriatica.I dati, sottolineano i soccorritori, sono in continua evoluzione: chi è ancora nelle tende dovrà lasciarle prima possibile, mentre si cercano soluzioni alternative per tutti quelli che non possono spostarsi dalle zone di residenza, pur sapendo che l’area colpita è ancora molto pericolosa ed è impossibile prevedere quando la terra smetterà di tremare.

OLTRE 50MILA OPERE D’ARTE DA SALVARE – “Ci sono almeno 50mila beni e opere d’arte da salvare prima che arrivi la neve“, sottolinea Fabio Carapezza Guttuso, prefetto responsabile dell’unità di crisi del Mibact che, coordina il recupero e la messa in sicurezza del patrimonio culturale colpito dal sisma.Le segnalazioni di danni, in molti casi gravissimi, riguardano oltre 5000 immobili di pregio perlopiù chiese nelle quali è conservato l’80 per cento delle opere a rischio: tele, statue, paramenti sacri, affreschi, opere di oreficeria e organi. “Ci vorranno almeno tre miliardi di euro per il recupero di questi beni anche perché in moltissimi casi non basta più la messa in sicurezza“, sottolinea il prefetto spiegando che dove tutto è crollato ci sono costi importanti da mettere in conto per la raccolta di macerie che vanno catalogate per la ricostruzione.Nelle chiese sventrate dal Terremoto, senza più pareti, o soffitti, le opere restano senza protezioni, in balia del maltempo o peggio dei ladri.

Condividi