Resta costante lo studio delle deformazioni del suolo e delle sorgenti sismiche legate agli eventi del 30 ottobre 2016. L’attività, coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile (DPC), viene svolta da un team di ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente, CNR-IREA di Napoli), dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), centri di competenza nei settori dell’elaborazione dei dati radar satellitari e della sismologia, con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che ha immediatamente attivato, sin dal dalla scossa del 28/10/2016, l’acquisizione dati del sistema satellitare Cosmo Sky-Med, in stretta cooperazione con il Ministero della Difesa.
L’immagine a destra è un’elaborazione ottenuta grazie ad una coppia di immagini in sequenza: la prima immediatamente prima dell’evento sismico del 30/10/2016, la seconda ad appena 24 ore di distanza, possibile solo grazie a quella che viene chiamata costellazione di quattro satelliti, un’infrastruttura che fa dell’Italia leader al mondo.
In questo caso inoltre, ASI ha voluto acquisire in modalità ad alta risoluzione Spotlight – vista la possibilità di avere dati ad 1 giorno – permettendo la elaborazione di un risultato valore aggiunto e fortemente innovativo al piano nominale terremoto.
In particolare, sfruttando la tecnica dell’Interferometria SAR Differenziale, che è basata sul confronto tra immagini radar acquisite prima del sisma ed immagini successive all’evento, è stato possibile rilevare le deformazioni del suolo con accuratezza centimetrica.
Nell’immagine, limitatamente all’area di Norcia, viene fotografato il campo di deformazione co-sismico dove ogni fascia di colore corrisponde ad uno spostamento di un centimetro e mezzo.
Le quattro immagini in alto sono state acquisite il 1 novembre 2016 da orbite ascendenti e discendenti dai sensori (operanti in banda C) della costellazione Sentinel-1 del Programma Europeo Copernicus.