“I 1.800 militari inviati per il terremoto sono gli eredi della meglio gioventù gli Angeli del fango del ’66”. Così la ministra della Difesa Roberta Pinotti definisce i militari che stanno operando nelle zone colpite dal terremoto in una intervista al Sole 24 ore. “A Firenze avevamo una meglio gioventù molto mista fatta di militari di leva ma anche volontari e giovani che da tutta Italia per la prima volta provarono un’esperienza di volontariato civico quasi commovente per la drammaticità di quei giorni. La stessa ‘meglio gioventù’ l’ho rivista nel terremoto di Amatrice quando sono andata per ringraziare i militari e ho trovato tanti giovani che fanno volontariato”, ha sottolineato Pinotti spiegando che nei territori devastati dal terremoto i militari che saranno impiegati nelle funzioni di sicurezza anti sciacallaggio “sono 1.300 più 500 che fanno parte del dispositivo ‘Strade sicure'”.
“Con il capo della Protezione civile Curcio abbiamo messo a punto delle modalità di relazione con cui si attua un coordinamento con tutti gli altri organi dello Stato – ha detto la ministra-. Impegnato soprattutto il genio militare che riattiva viabilità e costruisce ponti e predisporrà le piattaforme per costruire le casette di legno. In situazioni come queste in cui le persone non vogliono spostarsi dalle loro abitazioni abbiamo attivato anche molte cucine da campo. Ad Amatrice e anche vicino a Norcia abbiamo poi messo in funzione una stazione portatile di controllo del traffico aereo per gestire i voli militari e non”. La ministra parla anche dell’impegno dei militari italiani all’estero. Presenza maggiore in Iraq con 1400 militari. “La missione più numerosa non perché ce l’hanno chiesto gli alleati ma per una nostra scelta precisa. La decisione di dare il massimo contributo necessario è stata presa già nel 2014 perché abbiamo considerato l’Isis il principale pericolo per l’Umanità”. Tutti “ci riconoscono un ruolo guida soprattutto nell’addestramento con risultati eccellenti stando a quanto dicono i generali iracheni e curdi. In due anni abbiamo addestrato i soldati dell’esercito iracheno e i peshmerga curdi, le forze speciali irachene con addestratori dei nostri corpi d’elite e con i Carabinieri più di 5mila forze di polizia. In totale abbiamo ‘formato’ circa 14mila uomini”. Da Mosul “segnali positivi”. “Si temeva una resistenza maggiore mentre l’avanzata è stata più rapida del previsto”, ha spiegato ricordando che “il passo successivo sarà la presa di Raqqa, luogo dal quale sembra siano state programmate e dirette le principali azioni terroristiche in Europa”. Con la presa di queste due città “potremo dire che il Califfato, ossia un terrorismo che si fa Stato, verrà meno. Ma non verrà meno il terrorismo fondamentalista per cui occorrerà tenere la guardia alta”. In Libia “stiamo addestrando con la missione europea a guida italiana Eunavfor MedSophia la nuova Guardia costiera libica”, afferma Pinotti ricordando che “per contrastare gli scafisti occorre la collaborazione di tutti”. A Misurata dove è in funzione un ospedale da campo italiano “abbiamo 300 uomini: sono 65 tra medici e infermieri, 135 militari addetti alla logistica e 100 della Folgore come Force protection”. E sulla frontiera dell’est Europa la ministra ha confermato l’impegno della Nato a rassicurare i paesi baltici e la Polonia.