Otto italiani su dieci sono favorevoli alla preservazione della fertilità per ragioni mediche, come nel caso di pazienti che devono affrontare cure oncologiche. Ma sono ancora pochi in Italia i centri in cui e’ possibile farlo. E’ quanto emerge dall’indagine ‘Listening in: IVF and Fertility in Europe (LIFE)‘, presentata oggi nel corso di un convegno nella Sala del Senato di Santa Maria in Aquiro, a Roma. L’indagine e’ stata condotta su un campione di 6000 uomini e donne in Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia e Regno Unito. Oggi circa un quarto di tutte le patologie oncologiche si verifica durante l’eta’ riproduttiva ma, a causa delle cure, i pazienti guariti dalle neoplasie rischiano di vedere compromessa la propria fertilità. E’ però possibile preservarla con la crioconservazione di ovociti, spermatozoi e tessuti ovarici, tecnica che trova consenso nella grande maggioranza degli intervistati. L’84% degli europei si è dichiarato favorevole nel caso in cui la crioconservazione serva per ragioni mediche e il 60% anche per ragioni non mediche, ovvero legate a scelte di vita. Percentuali che scendono pero’ leggermente per quanto riguarda l’Italia, attestandosi rispettivamente al 78% e 57%. Pochi pero’, in Italia, spiega Giulia Scaravelli, responsabile del Registro nazionale Procreazione medico assistita dell’Istituto Superiore di Sanita’, “i centri con un’unita’ dedicata alla preservazione della fertilita’ nei pazienti oncologici: sono 14 e si trovano in 10 regioni: 11 sono pubblici, 2 privati convenzionati e uno privato“.