“Ho un insetto nel piatto!“. Per molti quest’affermazione è disgustosa, per altri è indifferente e a tantissimi, quasi 2 miliardi di persone, fa venire l’acquolina in bocca.
Si stima che nel 2050 la popolazione mondiale possa arrivare a toccare i 9 miliardi di persone. Di fronte a una simile prospettiva il problema di una produzione alimentare sostenibile si ripresenta in maniera sempre più pressante.
Il libro “Un insetto nel piatto” parte da questa e da altre semplici considerazioni per trattare il tema dell’entomofagia da molteplici punti di vista: dal contesto culturale, responsabile dei preconcetti occidentali verso questo tipo di alimento, a quello storico e antropologico, che svela le origini antichissime e diffuse del consumo di insetti da parte dell’uomo. Un’indagine solida, che affronta gli aspetti scientifici, illustrando i vantaggi nutrizionali dell’entomofagia. Attraverso un percorso lineare e ricco di dati, informazioni, curiosità e ricette le due autrici appassionano il lettore spiegando i motivi per cui gli insetti potrebbero davvero diventare il cibo del futuro.
Grazie a questo libro scopriamo come, dall’antichità a oggi, gli insetti abbiano sempre fatto parte della dieta dell’uomo. Come e dove vengono consumati? Che sapore hanno? E nel futuro? Troveremo anche noi occidentali un insetto nel piatto? Le autrici provano a rispondere a simili domande e aiutano il lettore a superare pregiudizi e timori nei confronti degli insetti commestibili.
Come si allevano gli insetti commestibili? Quali semplici accorgimenti vanno tenuti in considerazione per mantenere elevati standard igienico-sanitari? E infine quale sarebbe il tornaconto ambientale ed economico se le colture di insetti sostituissero, almeno in parte, gli allevamenti di grossi mammiferi? Le autrici ricorrono a una serie di dati statistici verificati per evidenziare anche tutti i fattori di guadagno che un’alimentazione basata sugli insetti potrebbe garantire.
Un esempio illuminante tra quelli presenti nel libro:
Per avere 1 kg di carne di manzo sono necessari 10 kg di foraggio e si producono 9 kg di letame, consumando oltre 15.000 litri d’acqua.
Per ottenere 1 kg di carne di grillo si impiega meno di 1 kg di risorse alimentari e meno di 1 litro d’acqua, occupando una superficie di terreno molto più ridotta e producendo circa 1/10 di anidride carbonica e di scarti organici rispetto agli allevamenti di bovini.
Giulia Maffei e Giulia Tacchini, autrici del libro e fondatrici dell’associazione culturale Entonote, che si propone di informare e svelare interessanti curiosità sul tema dell’entomofagia, restituiscono un’analisi a 360 gradi del tema, che comprende anche delle gustosissime proposte culinarie. Ed eccoci catapultati alla scoperta di favolosi piatti gourmet che si possono cucinare con alcune delle oltre 2.000 specie di insetti commestibili: crema di ceci con locuste croccanti, spaghetti aglio, olio e bottarga di grillo, panna cotta con crumble e camole del miele, per citarne solo alcuni.
Non resta che leggere, procurarsi (o allevare) i propri insetti e… ritrovarseli nel piatto. Chi dice che sarà facile tornare indietro?