Il 16 dicembre di dieci anni fa moriva Eugene Lazowski, medico polacco che insieme al collega e amico Matulewicz si inventò un’epidemia di tifo e riuscì a salvare oltre 8.000 persone durante la II guerra mondiale in Polonia.
A partire dal 1942 somministrò un particolare vaccino a pazienti sani di modo che risultassero falsi positivi ai test di controllo: essendo il tifo altamente contagioso, tra le truppe naziste in Polonia crebbe velocemente il timore di essere contagiate. Il dottor Lazowski, insieme al collega Matulewicz, iniettò il falso vaccino anche a persone non ebree in 12 villaggi limitrofi vicino a Rozwadów (ora un distretto di Stalowa Wola), affinché non venisse messo in quarantena un singolo ghetto, ma una vasta area. Così facendo il dottor Lazowski salvò migliaia di persone (ebrei e non) dalla deportazione.
Nel 1943 la Gestapo inviò un’ispezione ed il dott. Lazowski fece in modo di radunare gli anziani che stavano male o con pidocchi. I giovani medici nazisti confermarono frettolosamente il persistere dell’epidemia di tifo, evitando approfonditi controlli per il timore di essere contagiati.
Nel 1958 il dottor Lazowski emigrò negli Stati Uniti per diventare docente di Pediatria alla University of Illinois. Visse nel Paese fino alla morte (a Eugene, Oregon).