Astronomia: a cosa è dovuta la violenta emissione di raggi X che caratterizza i nuclei galattici attivi?

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A cosa è dovuta la violenta emissione di raggi X che caratterizza i nuclei galattici attivi? Un team di astronomi dei National Astronomical Observatories della Chinese Academy of Sciences (CAS) ha provato a chiarirne l’origine, in un studio accettato per la pubblicazione su The Astrophysical Journal, e già consultabile on line su arXiv.org.

Gli scienziati cinesi si sono, in particolar modo, concentrati sugli effetti dell’intenso campo magnetico sulla materia che forma il disco di accrescimento attorno a un buco nero, motore del nucleo galattico attivo. Soprattutto, su una struttura a corona, composta da materia particolarmente calda, che circonda lo stesso disco. Una struttura, secondo gli autori, interessata proprio all’emissione di radiazione X.

Quando, infatti, la materia precipita nel buco nero, attratta dal suo irresistibile abbraccio gravitazionale, l’attrito la riscalda trasformandola in plasma, gas ionizzato. Questo materiale carico, in movimento all’interno del disco di accrescimento intorno al buco nero, produce, a sua volta, un forte campo magnetico, dentro il quale il plasma in moto genera grandi quantità di radiazione, sotto forma ad esempio di raggi X.

I nuclei galattici attivi – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – sono le più luminose tra le fonti persistenti di radiazione elettromagnetica nell’Universo. Secondo il modello standard dei nuclei galattici attivi, l’energia che li alimenta è generata dalla materia che cade all’interno di un buco nero supermassiccio, così definito perché di massa compresa tra 1 milione e 10 miliardi di volte quella del Sole. Quasi il 50% della materia in caduta nelle fauci del buco nero può, infatti, essere convertita in energia. Un processo molto più efficiente della fornace nucleare delle stelle, dove la conversione materia-energia corrisponde, invece, a pochi punti percentuali.

Lo studio dell’evoluzione dei nuclei galattici attivi può fornire importanti contributi ai modelli cosmologici che cercano di spiegare l’origine del Cosmo. “Molto lavoro, però, rimane ancora da fare – concludono gli studiosi cinesi -, prima di poter avere un quadro completo di queste fantastiche bestie cosmiche”.

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