Astronomia: il “nascondino” di NGC 4707 una galassia sui generis

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“Piccola e stellare”: sarebbero queste le parole usate dall’astronomo William Herschel per descrivere la luminosa galassia a spirale scoperta il 26 aprile 1789, mentre era in cerca di nuovi oggetti celesti. NGC 4707 – questo il ‘nickname’ della galassia – si nascondeva nella costellazione settentrionale dei Cani da Caccia (Canes Venatici).

Nota anche con le sigle alfanumeriche di DDO 150, LEDA 43255 e UGC 7971, la piccola galassia – oltre due secoli dopo – non ha potuto sottrarsi ai potenti mezzi di Hubble, che l’ha immortalata con lo strumento ACS (Advanced Camera for Surveys).

NGC 4707, situata ad una distanza di circa 22 milioni di anni luce dalla Terra, è stata osservata dal telescopio NASA-ESA con un livello di dettaglio impensabile all’epoca della sua scoperta e si è rivelata una galassia a spirale sui generis.

L’aspetto di NGC 4707 – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – on sembra quello di una tipica galassia di questa tipologia: nel complesso, la sua forma, la zona centrale e i bracci appaiono ‘slegati’ e indefiniti. Persino il nucleo si presenta molto piccolo, se non quasi inesistente. Ad una prima occhiata, quindi, NGC 4707 si mostra come una sorta di ‘quadro astratto’, con una spruzzata di stelle e brillanti luci blu che spiccano su uno sfondo scuro.

Secondo gli astronomi, le ‘macchie’ blu sono indicative di aree dove processi di formazione stellare si sono verificati di recente o sono addirittura in corso.

NGC, DDO, LEDA e UGC, sigle che ricorrono di frequente per classificare gli oggetti celesti come la ‘piccola’ galassia scoperta da Herschel, sono gli acronimi di alcuni cataloghi astronomici.

Nello specifico, NGC sta per New General Catalogue of Nebulae and Star Clusters, la monumentale opera pubblicata nel 1888 all’astronomo danese Johann Dreyer.

DDO è l’acronimo di David Dunlap Observatory, un repertorio di galassie nane pubblicato nel 1959, mentre LEDA si riferisce a Lyon-Meudon Extragalactic Database, un catalogo realizzato nel 1983 dall’Osservatorio di Lione e poi confluito nel 2000 nel database Hypercat.

UGC, infine, designa l’Uppsala General Catalogue, repertorio di oltre 12mila galassie osservabili nell’emisfero boreale, pubblicato nel 1973 dall’Osservatorio di Uppsala (Svezia).

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