Un passo a due frenetico e incalzante. È la danza ‘macabra’ di due stelle cadavere, morte migliaia di anni fa ma ancora in grado di ballare nel cosmo. E di farlo a una velocità impressionante: le due danzatrici sono infatti stelle di neutroni, residui di esplosioni di supernova il cui peso è sostenuto dalla pressione di neutroni liberi. Questo ballo cosmico, che avviene a quasi 25.000 anni luce da noi, prevede due sequenze principali. Prima di tutto ciascuna ex stella – che è molto più massiccia del nostro Sole, ma ha un diametro di soli 20 chilometri – ruota vorticosamente su se stessa con una frequenza di circa 37 giri al secondo. A questi movimenti ‘solisti’ se ne aggiunge poi un altro di coppia, che porta i due oggetti celesti a ruotare l’uno attorno all’altro molto rapidamente: un’orbita completa avviene infatti in meno di cinque ore.
Il sistema di stelle di neutroni – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – è stato individuato da un team internazionale di scienziati coordinati dal Max Planck Institute, grazie anche al contributo dell’iniziativa Einstein@Home: un progetto che unisce oltre 40.000 volontarisparsi in tutto il mondo, che con i loro computer o smartphone possono accedere alla piattaforma BOINC (Berkeley Open Infrastructure for Network Computing).
I risultati di questo calcolo distribuito, combinati con i dati provenienti dal radiotelescopio di Arecibo a Porto Rico, hanno permesso di identificare i movimenti del sistema doppio di stelle di neutroni chiamato PSR J1913+1102.
Analizzando la dinamica di questa affascinante danza spaziale, i ricercatori sono giunti alla conclusione che le due componenti appartengano alla categoria delle pulsar, sorgenti radio pulsanti che rispetto alle ‘normali’ stelle di neutroni contengono 20 volte più neutroni che protoni. Caratteristica che le rende ancora più dense e più veloci, vere e proprie ‘trottole’ galattiche.
La scoperta, pubblicata su Astrophysical Journal, è la new entry che si aggiunge a un breve catalogo di soli 14 sistemi binari simili. Tra tutti, il sistema PSR J1913+1102 è il più massiccio mai individuato.
Questi oggetti costituiscono preziosi laboratori cosmici per effettuare misure impossibili da ottenere in qualunque laboratorio terrestre: come la misurazione delle onde gravitazionali rilevate da LIGO, giusto per citare l’esempio più famoso.