Il giorno dopo l’attentato terroristico di Berlino “siamo tutti attoniti, sconvolti, siamo paralizzati e congelati. Questi atti che non hanno alcun tipo di prevedibilità e che sono una minaccia occulta che può prenderci di sorpresa anche mentre passeggiamo di pomeriggio in un mercatino natalizio, rischiano di paralizzarci sia nelle scelte di vita di tutti i giorni sia dal punto di vista emotivo“. Lo afferma Paola Vinciguerra, psicoterapeuta, presidente dell’Associazione europea disturbi da attacchi di panico (Eurodap). “Dobbiamo cercare di combattere questa sensazione di paura – aggiunge la psicoterapeuta – per non permettere che un’azione terroristica possa bloccare quella che è stata la nostra conquista sociale: lo scambio, l’apertura, la curiosità verso l’altro. La parola terrorismo indica soprattutto questo. Una guerra fatta per terrorizzare, per limitare la cultura dell’espansione, della civiltà, della conoscenza, della curiosità e quindi dello scambio tra i popoli“. La tentazione di chiudersi in casa, di smettere di viaggiare c’è. “Ci troviamo di fronte all’ennesimo atto che dobbiamo combattere non chiudendoci, non paralizziamoci – esorta Vinciguerra – Cerchiamo di combattere la nostra sensazione di prevenzione verso chi è di un’altra etnia perché tutto questo creerà delle paure ancora più profonde. Rischiamo di chiuderci ancora di più in ambiti conosciuti per combattere l’ansia, la paura con l’illusione di trovarci con persone amiche“. (AdnKronos)