Per la prima volta è stato possibile osservare da vicino alle particelle teorizzate dal fisico Ettore Majorana negli anni ’30, che sono contemporaneamente anche la loro antiparticella. I risultati della ricerca, pubblicati su “npj Quantum Information”, si devono al team di fisici guidato da Ernst Meyer, dell’universita’ di Basilea. I fermioni sono particelle che sono contemporaneamente anche la loro antiparticella e potrebbero essere utili per trasportare informazioni nei computer quantistici. I fisici svizzeri hanno confermato la teoria secondo cui le particelle di Majorana possono essere generate e misurate, in un superconduttore, alla fine di filamenti fatti di singoli atomi di ferro. Sono inoltre riusciti a rendere visibile per la prima volta il loro interno. Hanno fatto evaporare in un superconduttore singoli atomi di ferro, che si sono organizzati in una fila fatta di singoli atomi, che ha raggiunto la lunghezza di 70 nanometri: sono state rilevate quindi chiare indicazioni dell’esistenza dei singoli fermioni alla fine di questi fili. Nonostante la distanza tra le due particelle alla fine della catena, queste risultavano ancora collegate: insieme formano un nuovo stato esteso attorno al quale l’intero filamento puo’ essere occupato o meno da un elettrone. Proprio questa la proprietà che puo’ essere impiegata per realizzare computer quantistici.