62 tappe, oltre 2000 km percorsi a piedi e con i mezzi pubblici in 33 giorni di viaggio, per capire cosa fosse realmente l’Appennino, quali storie nascondesse e per promuovere una tipologia di turismo lenta, attenta alla cultura e alle usanze dei luoghi e rispettosa dell’ambiente.
Sono queste le caratteristiche del progetto, finanziato dal Club alpino italiano, di Gian Luca Gasca, viaggiatore, scrittore e appassionato ricercatore della storia e della cultura di montagna, che lo scorso autunno è partito dalla Bocchetta di Altare (Savona) per arrivare a Cefalù (Palermo).
Il viaggio, presentato oggi presso la Sede centrale del CAI a Milano, ha coinvolto e interessato l’intero terrirorio appenninico ed è stato caratterizzato da una notevole collaborazione da parte delle sue genti.
Alla conferenza stampa di oggi, oltre al protagonista del viaggio, hanno partecipato Vincenzo Torti, Presidente generale Club alpino italiano, Erminio Quartiani Vice Presidente generale Club alpino italiano e Carlo Alberto Garzonio Presidente Comitato scientifico centrale CAI. Presenti anche i Presidenti dei Gruppi regionali del CAI di Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo.
Il Presidente Torti, nel suo intervento di apertura, ha voluto sottolineare come questo viaggio, patrocinato e finanziato dal CAI, si inserisca nel più ampio contesto della cultura delle Terre alte che il Club alpino vuole promuovere e proporre. “Gian Luca – ha proseguito Torti – ha attraversato un territorio estremamente variegato scoprendo quanto di meglio il nostro Paese possa offrire, proponendo una modalità di viaggio e di scoperta intelligente e sostenibile“.
Gian Luca ha visitato Norcia e Camerino prima della devastazione della fine di ottobre, mentre ha toccato Amatrice e conosciuto i suoi abitanti a due mesi dal sisma del 24 agosto. “Ho vissuto un Appennino di cui si parla molto solo quando, come nel recentissimo passato, a farla da protagonista sono eventi disastrosi, con la terra che si spacca e si frantuma. In realtà ci troviamo di fronte a montagne bellissime che meritano di essere scoperte ogni giorno”. Proprio lo sciame sismico del 30 ottobre lo ha costretto a interrompere il viaggio, ripreso il 20 novembre: “A causa delle ripetute scosse ho completamente perso di vista lo scopo del viaggio. L’avere amici nelle zone terremotate mi ha portato a rimanere perennemente in contatto con loro senza più pensare al percorso che stavo compiendo”.
La traversata degli Appennini segue quella delle Alpi, compiuta da Gian Luca Gasca da Trieste a Nizza con le stesse modalità nel 2015. Dopo quel viaggio Gasca ha pubblicato un libro, “54 giorni nel cuore delle Alpi” edito da Fusta nel 2016.