Milano: studentessa morta di meningite, indagini sul batterio

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Oggi sappiamo che è un meningococco” ad aver ucciso Flavia Roncalli, studentessa 24enne dell’università Statale di Milano, stroncata nei giorni scorsi dalla meningite. “Domani dovremmo sapere dall’Istituto superiore di sanità con cui stiamo collaborando di che gruppo è questo batterio“. A fare il punto sulle indagini scientifiche in corso sul caso della ragazza deceduta all’ospedale Niguarda è Giorgio Ciconali, direttore del Servizio di igiene e sanità pubblica dell’Ats Milano Città metropolitana. Quello che si cerca di capire è “se ci siano punti di contatto” fra i due casi che si sono susseguiti nello stesso laboratorio del dipartimento di Chimica dell’ateneo che era frequentato anche da un’altra studentessa morta di meningite a fine luglio, Alessandra Covezzi. Il primo passo sarà accertare se si tratti o meno dello stesso batterio, per questo le analisi in corso puntano a tracciarne la ‘carta d’identità’. “Solo la mappatura genetica della quale avremo i risultati nei prossimi giorni ce lo potrà dire – precisa all’AdnKronos Salute – L’elemento suggestivo è che i casi si sono sviluppati nello stesso ambiente. Si esclude ovviamente la trasmissione diretta“, visto il tempo trascorso tra un caso e l’altro. Quanto al laboratorio si occupa di chimica e non di microbiologia, quindi nulla a che fare con agenti patogeni. “Se la genetica ci dirà che si tratta dello stesso batterio, le considerazioni da fare sono di altra natura. Per esempio ci chiederemo se possa esserci in quel contesto un portatore sano. Questi batteri albergano nella gola delle persone, fino a 15 su 100 si stima siano portatori sani. Ma sono tutte riflessioni che vanno rimandate, dopo che saranno arrivate le analisi vedremo“. Intanto, spiega ancora Ciconali, è stata avviata la profilassi per le persone entrate in contatto con la studentessa. “In totale circa 200, di cui 150 in ambito universitario e una cinquantina in ambito esterno, cioè gli ambienti frequentati dalla ragazza fuori dall’ateneo: una palestra, un corso che seguiva, un ristorante frequentato un paio di sere prima“. La profilassi è stata avviata subito per i familiari e per gli operatori che in ospedale sono entrati in contatto con la paziente. E ci sono state anche una ventina di persone che autonomamente si sono sottoposte, presentandosi in farmacia e altre ancora in ospedale. “Il lavoro svolto – conclude Ciconali – è stato buono, non è facile avviare tutte le profilassi in tutti gli ambienti interessati che si trovavano in vari punti di Milano“. Inoltre questa volta è passato del tempo prima di collegare il caso alla meningite. La ragazza “mostrava solo sintomi gastrointestinali atipici per un meningococco, cosa che all’inizio ha fuorviato“.

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