Antipasti come se piovesse, primi piatti a non finire e oltre dieci tipologie di dolci da assaggiare: le vacanze natalizie degli italiani si confermano ancora una volta l’occasione ideale per festeggiare e viziarsi all’insegna della tradizione. Ma se l’atmosfera sembra quella ideale per passare delle giornate serene e spensierate, l’ansia si manifesta proprio nel luogo per eccellenza della convivialità: la tavola. I recenti dati diramati dall’Istat parlano chiaro: gli abitanti del Bel paese metteranno su una media di tre chili. Infatti ben un italiano su tre (32%) teme le abbuffate natalizie e le vive con agitazione (35%) e sensi di colpa (29%), preoccupati di come affrontare pasti abbondanti e di lunga durata. “Durante le feste non puoi non mangiare” è una frase che ricorre spesso nel gergo popolare, veicolata in particolare agli studenti o ai giovani lavoratori da parte di genitori e parenti. Questo porta i ragazzi a vivere questi momenti in modo negativo, mettendo da parte la gioia della condivisione e del ritrovarsi insieme. È quanto emerge da un’indagine promossa da Nutrimente Onlus, associazione per la prevenzione e la conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare condotta su circa 2500 italiani tra uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 65 anni. “Durante il periodo natalizio il pensiero va dai biglietti del treno da acquistare per tornare a casa ai regali da fare trovare sotto l’albero, ma in verità la preoccupazione più grossa è come riuscire fronteggiare le abbuffate natalizie – afferma la psichiatra Sara Bertelli, presidente dell’Associazione Nutrimente Onlus Milano-. Unito a questo c’è l’incontro con le famiglie d’origine e il ritrovarsi tutti attorno alla tavola imbandita con la famiglia e le dinamiche relazionali non sono sempre facili da gestire. In Italia si sta affermando sempre di più l’interesse per l’alimentazione sana e per la forma fisica. Spesso l’ansia prima di sedersi a tavola, e il senso di colpa quando la si lascia, si sostituiscono alla gioia della condivisione e del ritrovarsi conviviale. E’ importante quindi monitorare se stessi sia dal punto di vista biologico ‘sento fame o no’, sia dal punto di vista emotivo”. Ma quali sono le fasce d’età che temono di più le abbuffate natalizie? Tra i giovani spicca la fascia media tra i 22 e i 25 anni (26%). Si tratta degli studenti che vivono fuori sede, appensantiti dal regime alimentare che vede i carboidrati in cima alla preferenze. Questo non vuol dire perdere l’appuntamento con pranzi e cenoni, ma stare più attenti di altri a quello che si mangia, per evitare eccessi. Al secondo posto si posiziona la fascia tra i 18 e i 21 anni (21%) e sono soprattutto le ragazze a rifiutare piatti gustosi e nutrienti. Questo le porta a prendere “troppe” precauzioni e in certi casi seguire comportamenti alimentari scorretti. Tra gli over 40 i più colpiti sono la fascia che va dai 45 ai 50 anni (28%), con le donne sempre in superiorità numerica. Arrivate ad una certa età, prendere un paio di chili può essere uno shock e smaltirli presuppone un percorso impegnativo. Segue la fascia di età che va dai 35 ai 38 anni (23%).Ma cosa fanno gli italiani per affrontare questi timori? Ben il 48% riduce considerevolmente le porzioni dei propri pasti nelle settimane che precedono le feste e in quelle che seguono, convinti che questo possa aiutare a non ingrassare troppo. Verdure a pranzo e verdure a cena, vietati dolci e carboidrati. Un regime alimentare poverissimo, che molto spesso non aiuta. C’è persino chi si inventa delle diete (29%) da seguire senza indugio, per farsi trovare in perfetta forza da amici e parenti, sicuri che questo non li spingerà ad “esagerare” con i piatti tipici della tradizione. Poco cibo e tanta palestra. Il 25% degli italiani aumenteranno le ore passate nei centri sportivi, per evitare di pensare troppo al cibo a ridosso delle feste. Muoversi e fare sport va sempre bene, ma non si deve magi esagerare: il rischio è sovraccaricare i muscoli del corpo. E quali sono le domande più frequenti che gli italiani affetti da questa “ansia da Cenone” si faranno davanti un piatto di pasta e un dolce di Natale? Secondo gli esperti le più gettonate saranno: “Guarderanno nel mio piatto?” (23%), “Mi sentirò obbligato a mangiare tutto?” (18%), “Commenteranno il fatto che mangio troppo o troppo poco?” (15), “Mi faranno domande intime?” (12%). Di conseguenza questo provocherà nei soggetti forti stati d’ansia (35%) e numerosi sensi di colpa (29%). Le preoccupazioni al di fuori della sfera alimentare, saranno la gestione della famiglia (21%) e l’incontro con i parenti (17%).