Con il cibo e il vino che sono tra i piu’ apprezzati regali di Natale, in quasi quattro famiglie su dieci (39 %) sotto l’albero trovano spazio i tradizionali cesti con i prodotti enogastronomici tipici, già confezionati o fai da te, da consumare nei pranzi e cenoni delle feste insieme a parenti e amici. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/ixè ‘Il Natale sulle tavole degli italiani’ divulgata in occasione della chiusura al traffico a Milano in corso Buenos Aires per lasciare spazio all’isola pedonale dei sapori per gli acquisti destinati a pranzi e cenoni, nel primo weekend, dopo l’arrivo della tredicesima per oltre 30 milioni di italiani. La tendenza di quest’anno per i cesti è infatti – sottolinea la Coldiretti – verso la personalizzazione con cesti fai da te riempiti con prodotti tradizionali, curiosi, innovativi o improntati alla solidarietà. Tra i quelli piu’ presenti nei cesti ci sono sicuramente – sottolinea la Coldiretti – lo spumante, il torrone, il pandoro o il panettone spesso artigianali, ma sono tornati prepotentemente il cotechino, lo zampone, le lenticchie e in generale tutti i prodotti tipici locali, cosiddetti a chilometri zero, dai salumi ai formaggi, dall’extravergine al vino, dal miele alle conserve, meglio se preparati direttamente nelle aziende agricole. I prezzi – precisa la Coldiretti – variano notevolmente ma normalmente oscillano dal cesto minimal a 20 euro sino a 200 euro per quello con specialità piu’ ricercate. Tra le novità c’è l’inserimento di prodotti solidali provenienti dalle zone terremotate anche grazie alle numerose iniziative in atto lungo tutta la Penisola a partire da Roma in Piazza Navona dove fino al 22 dicembre tutti i giorni dalle 11 alle 19 nel mercato di Campagna Amica ci saranno con la Coldiretti gli agricoltori e gli allevatori terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo con i loro prodotti salvati dal sisma, dal Giuggiolone e vino di visciole marchigiani all’antica norcineria umbra, dagli squisiti salumi abruzzesi alle golosità di Accumoli, fino al cacio solidale ottenuto con il latte delle stalle colpite dal sisma.L’agroalimentare – sottolinea la Coldiretti – con regali enogastronomici, pranzi e cenoni è quest’anno la voce più pesante del budget che le famiglie italiane destinano alle feste di fine anno, con una spesa complessiva per imbandire le tavole del Natale e del Capodanno di 4,4 miliardi di euro, il 2% in più dello scorso anno. Il ritorno in cucina spinge anche verso una scelta attenta degli ingredienti, con una tendenza elevata alla ricerca di materie prime fresche e genuine. Il risultato è un vero boom degli acquisti nelle fattorie o nei mercatini che saranno affollati a Natale da quasi sei italiani su dieci (58 per cento) secondo l’analisi Coldiretti/Ixè. Tra quanti li frequenteranno – precisa la Coldiretti – solo il 18% non farà alcun acquisto mentre la maggioranza del 44 per cento spenderà in prodotti enogastronomici La migliore garanzia sull’originalità dei prodotti alimentari in vendita nei mercati è quella della presenza personale del produttore agricolo che – sottolinea la Coldiretti – puo’ offrire informazioni dirette sul luogo di produzione e sui metodi utilizzati. Per il cibo e le bevande – continua la Coldiretti – si registra infatti una tendenza al ritorno al contatto fisico con il produttore per assecondare la crescente voglia di conoscenza sulle caratteristiche del prodotto e sui metodi per ottenerlo.Nel tour de force enogastronomico di quasi due settimane gli italiani – stima la Coldiretti – faranno sparire quasi cento milioni di chili tra pandori e panettoni, cinquanta milioni di bottiglie di spumante, ventimila tonnellate di pasta, 6,5 milioni di chili tra cotechini e zamponi, 800 mila capponi, ma anche frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci. L’andamento dei consumi di Natale – precisa la Coldiretti – condiziona il futuro di molte imprese agroalimentari e addirittura l’esistenza di interi comparti, dal pandoro al panettone, dai cotechini alle lenticchie. L’Italia – conclude la Coldiretti – è l’unico Paese al mondo con 4.965 prodotti alimentari tradizionali censiti dalle regioni ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, 288 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg ma ha conquistato anche il primato green con quasi 60mila aziende agricole biologiche in Europa ed ha fatto la scelta di vietare le coltivazioni Ogm a tutela del patrimonio di biodiversità.