Pavia, incendio in raffineria: Legambiente, il meteo ha aiutato ma “il territorio è martorizzato”

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Grosse evidenze al momento non ne abbiamo. A livello locale c’è stata ricaduta di polveri grossolane, ma non di polveri sottili”. Merito anche di un ”clima anomalo, al momento dell’incidente, per la Pianura Padana, con vento che ha portato in alto il fumo, stratificando molto in alto la nuvola che poi è stata portata lontano, oltre il Po”. Nuvola che si sarebbe spostata ”probabilmente verso il piacentino, dove però non ci sono centraline”. Così all’Adnkronos Damiano Di Simine, di Legambiente Lombardia, che sta seguendo la situazione a seguito dell’incidente alla raffineria Eni di Sannazzaro de’ Burgondi. ”Incidenti possono sempre avvenire”, sottolinea Di Simine, ma al di là dell’incendio di ieri Legambiente solleva la questione di un ”territorio martorizzato: in questo momento è in corso l’istruttoria per l’autorizzazione, proprio di fianco alla raffineria, della discarica di amianto”. Nessun collegamento, naturalmente, tra le due cose, ma questo per Legambiente dà la misura di quanto il territorio sia in sofferenza. Sono circa 1096, in Italia, gli impianti che rientrano nella normativa Seveso, e di questi un quarto si trova in Lombardia (285). ”Su questi va fatta una verifica di sicurezza, sia interna per lavoratori che esterna per popolazione”. Tornando alla situazione attuale, ”purtroppo – aggiunge Di Simine – nessuno monitora l’idrogeno solforato che ieri ha dato problemi di irritazione alla gola nella popolazione locale. Arpa ha messo campionatori ma non ha specificato per quali inquinanti e solo nella zona prospiciente la raffineria mentre gran parte delle deposizioni sono avvenute nell’alessandrino”.

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