Come sanno gli appassionati di serie tv come ‘Csi’, attualmente le tecniche forensi per stimare il momento del decesso non sono molto precise. Ora un nuovo studio, pubblicato su ‘Plos One’, offre una nuova soluzione agli anatomopatologi e alla polizia scientifica: analizzando il microbioma umano – batteri e microbi che proliferano fuori e dentro i nostri corpi – arrivano nuovi indizi sull’intervallo postmortem di un cadavere. In particolare, ci si è focalizzati sul ‘necrobioma’, ovvero i microrganismi presenti su un corpo morto. Un team diretto da Nathan Lents del John Jay College of Criminal Justice della City University di New York ha raccolto i batteri di orecchie e naso in 21 cadaveri a vari stadi di decomposizione. Grazie a speciali analisi genetiche i ricercatori sono riusciti a mettere a punto un modello statistico che predice l’intervallo post mortem di campioni sconosciuti con un “sostanziale miglioramento” nell’accuratezza, rispetto ai sistemi attuali. Il tutto grazie all’esame del ‘necrobioma’. Un metodo promettente, assicurano i ricercatori, che potrebbe rivelarsi utile agli investigatori alle prese con morti sospette e alibi.