Giornata di lutto nazionale in Russia, all’indomani dello schianto nel Mar Nero del volo militare diretto in Siria su cui viaggiavano 92 persone, tra cui 64 membri del coro dell’Armata rossa, tutti morti nell’incidente. Le operazioni di ricerca di corpi e scatola nera sono state estese. L’aereo, un TU-154 del ministero della Difesa russo, trasportava non solo membri del coro, ma anche ballerini e membri dell’orchestra, che in Siria avrebbero dovuto intrattenere le truppe russe in vista del Capodanno; a bordo anche nove giornalisti russi, nonché soldati ed Elizaveta Glinka, noto membro del consiglio di consulenza per i diritti umani del presidente russo Vladimir Putin. In questa giornata di lutto, bandiere a mezz’asta e deposizioni di fiori in due posti chiave: nell’aeroporto di Sochi, nel sud della Russia, da cui l’aereo era decollato; e a Mosca davanti al quartier generale del gruppo di canto e danza Alexandrov dell’esercito russo. Il ministro dei Trasporti russo, Maxim Sokolov, ha detto ai giornalisti che le ipotesi più probabili per spiegare la tragedia sono un errore del pilota o un guasto tecnico, sottolineando che “fra le versioni principali non c’è quella di un atto terroristico”. Un portavoce del ministero della Difesa, il tenente generale Igor Konashenkov, riferisce che finora sono stati recuperati 11 corpi e che l’ampia operazione di ricerca coinvolge circa 3.500 persone, 39 navi, cinque elicotteri, un drone e oltre 100 sub, nonché soldati che stanno setacciando anche la costa sul Mar Nero.