Spesa sanitaria: differenze regionali allarmanti, divario del 50% tra provincia di Bolzano e Calabriad

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Italia Cenerentola europea per la spesa sanitaria, con numeri sempre più bassi rispetto all’Europa occidentale e una crescita decisamente inferiore per quanto riguarda i soldi pubblici. Più ‘in linea’, invece, la spesa privata il cui trend si conferma in crescita. Insomma: il servizio sanitario spende sempre di meno e i cittadini sempre di più per curarsi. In particolare la spesa risulta complessivamente minore del 32,5% rispetto a quella dei Paesi dell’area occidentale del Vecchio continente. In rapporto al Pil, inoltre, ci attestiamo al 9,4%, contro il 10,4% (sempre in Europa occidentale), indicano i dati del Rapporto Sanità e cura di Crea Sanità (università Tor Vergata di Roma), presentato oggi nella capitale.
Negli ultimi 10 anni la spesa sanitaria pubblica italiana è cresciuta dell’1% medio annuo contro il 3,8% degli altri Paesi dell’Europa Occidentale: un quarto (peraltro come il Pil). Questo porta la spesa sanitaria pubblica italiana ad essere inferiore del 36% a quella degli altri Paesi considerati. La crescita della spesa privata (2,1% medio annuo) è stata invece solo leggermente inferiore a quella europea (2,3%), ma pari a oltre il doppio rispetto a quella pubblica. In sintesi: gli italiani ricorrono più spesso alle loro risorse.
A livello regionale le differenze di spesa sono allarmanti, anche standardizzando il dato per le diverse demografie e per la mobilità dei pazienti: nel 2015, fra la Regione in cui si spende di più (Provincia Autonoma di Bolzano) e quella dove si spende meno (Calabria), il divario pro-capite ha superato il 50% (quasi il 40% per quanto concerne la spesa pubblica). L’incidenza della spesa privata pro-capite su quella totale è pari al 30,5% in Valle d’Aosta e del 16,0% in Sardegna. Le differenze di spesa sono andate progressivamente riducendosi fino al 2009, ma hanno poi ricominciato ad allargarsi nel periodo successivo, in corrispondenza dell’azione dei Piani di rientro e dei commissariamenti, tesi al risanamento dei deficit.
Infine il capitolo prevenzione. La spesa per i programmi di prevenzione pubblica in Italia per il 2014 ammonta al 4,9% della spesa corrente. Quota “attribuita al Lea dell’assistenza collettiva”. La spesa pro capite è, invece, pari a 88,9 euro. “L’Italia sembrerebbe investire in prevenzione una quota maggiore rispetto agli altri Paesi dell’Europa occidentale – si legge – ma in termini pro capite la spesa resta inferiore a quella di altri Paesi come Regno Unito, Germania, Lussemburgo, Danimarca, Olanda e Svezia”. (AdnKronos)

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