Lo scorso 2 settembre a seguito delle consuete analisi nelle acque provenienti dalla condotta del Gran Sasso sono state rintracciate tracce di solventi. Il sistema di controllo che effettua analisi ha bloccato l’immissione dell’Acqua nel circuito della Ruzzo, il gestore idrico del teramano: la Asl ha vietato il prelievo di questa acqua, divieto che non è ancora stato revocato. Il gestore delle acque della provincia di Teramo, la Ruzzo Reti, ha avanzato ora istanza risarcitoria nei confronti del Laboratorio di Fisica Nucleare del Gran Sasso “per via dei maggiori costi sopportati nel processo di potabilizzazione“. Una nota della Regione Abruzzo aveva infatti dichiarato ieri lo stato d’emergenza idrico ”dopo la disposizione cautelativa emessa della Asl di Teramo per le acque provenienti dai laboratori del Gran Sasso dell’INFN. Il provvedimento ha ridotto la disponibilita’ idrica della sorgente del traforo che non e’ piu’ in grado di garantire i volumi necessari per l’Acqua potabile”.
Ora è arrivata la richiesta di danni da parte della Ruzzo ai Laboratori. La Ruzzo ha spiegato che in questi mesi “non e’ mai accaduto che Acqua contaminata sia stata immessa in rete, i sistemi di controllo lo impediscono”. “I sistemi di controllo presenti sulle captazioni del Gran Sasso, qualora vi fossero stati problemi, avrebbero mandato “a scarico” l’Acqua che avesse presentato anche lievi anomalie – spiega la Ruzzo – In realta’ all’inizio di settembre, nelle captazioni del versante aquilano, furono rilevate tracce di un diclorometano seppur ampiamente sotto i parametri di legge. Prudenzialmente, sia Ruzzo Reti che il Sian della Asl di Teramo hanno effettuato analisi sul pozzetto di derivazione situato in prossimita’ del Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso”.
“Prudenzialmente, avendo le analisi del Sian evidenziato qualche lieve anomalia, lo stesso Sian ne ha disposto il non utilizzo fino a nuovo provvedimento – conclude la Ruzzo – A valle di tale episodio Ruzzo Reti ha, inevitabilmente, dovuto integrare il mancato prelievo dal Gran Sasso continuando ad utilizzare l’Acqua potabilizzata nell’impianto di Montorio al Vomano, che, al contrario, in quel periodo dell’anno, solitamente viene chiuso per effettuare le manutenzioni periodiche”. Il Sian prudenzialmente, non ha consentito la reimmissione in rete. Da qui il prolungamento del cosiddetto “stato di emergenza idrica” propedeutico all’autorizzazione alla captazione delle acque che debbono essere poi trattate dall’impianto di potabilizzazione di Montorio al Vomano.