Esistono oggi circa 13milioni di italiani che vivono in comuni senza una libreria. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (Aie) presentata a ‘Più libri più liberi’, la Fiera nazionale della piccola e media editoria che si conclude oggi al Palazzo dei Congressi dell’Eur a Roma.
L’indagine evidenzia come il 21,1% della popolazione residente in comuni con più di 10mila abitanti non ha una libreria vicino (sono esclusi i comuni dove possono esserci cartolibrerie, edicole-negozio, centro commerciale con librerie come bacino di attrazione del comune).
Detta in altro modo, esistono oggi in Italia 687 Comuni sopra i 10mila abitanti, l’8,6% del totale, che non hanno una libreria. Nelle Isole e nel Sud la percentuale di assenza di librerie si alza: il 15,1% dei Comuni delle Isole (+10mila ab.) e ben il 33,3% di quelli del Sud (1 su 3) è senza librerie. Ma questo è vero anche per il Nord est, in cui il 20,5% (1 su 5) è senza librerie.
Non appare più rosea la situazione sul fronte delle biblioteche scolastiche: circa mezzo milione (486.928) di ragazzi frequenta scuole senza biblioteche scolastiche. Sono 262mila nella scuola primaria, 147mila nella secondaria di primo grado e 77mila nella secondaria di secondo grado. Circa 3,5 milioni di studenti frequenta scuole con un patrimonio librario inferiore alla media, con conseguente e ridotta possibilità di scegliere cosa leggere. E stiamo parlando di medie di patrimoni bibliotecari che oscillano – a seconda degli ordini scolastici tra 1.500-3.500 volumi.
Esiste una correlazione tra assenza di librerie e indici di lettura? “A giudicare dai dati, sì – spiega il responsabile dell’Ufficio studi Aie, Giovanni Peresson – Nelle aree metropolitane e centri urbani maggiori (+50.000 abitanti) – dove il tessuto di librerie, ma anche di servizi bibliotecari, è più fitto e solido – gli abitanti residenti che si dichiarano lettori di libri sono, rispettivamente, il 51,1% e il 44,4%. Già nelle periferie delle aree urbane questo valore scende al 42,8% (nonostante la relativa facilità di spostamenti verso le aree centrali della città)“.
“Poi l’indice di lettura cala al calare della dimensione del centro urbano: 38,1% nei comuni tra 10-50mila abitanti; 39% in quelli da 2-10mila; fino al 35,4% nei comuni (e sono tanti) fino a 2mila residenti. E non è un caso che le perdite maggiori di lettori negli ultimi 5 anni sia avvenute nei piccoli centri (-15,3%, rispetto a una perdita media nazionale del -9,1%). Mentre nelle aree metropolitane questo calo si è arrestato al -3,1% ma per risalire al -5,1% nelle periferie“, conclude Peresson. (AdnKronos)