Di Gianluca Congi – Da bambino, specie d’inverno quando c’era poco da fare, come incantato, me ne stavo per molte ore a guardare fuori dalla finestra. L’attenzione era riposta sulla moltitudine di uccellini che, in prossimità del tramonto, si fermavano su un rovo poco distante, giusto il tempo per farsi ammirare e poi svanire nei vari ripari presenti più in là oltre la montagna. La mia preoccupazione era sempre la stessa: con quel freddo pungente, dove avrebbero passato la nottata specie durante le tempeste di neve? All’immancabile nostalgia seguiva poi la gioia nel rivederli spuntare al mattino seguente e con il primo raggio di sole. Gli uccelli sanno come difendersi dai rigori invernali, oltre al fitto e isolante piumaggio, adottano diverse tecniche, una delle più importanti è la migrazione verso climi più miti, ma non tutte le specie seguiranno le rondini verso il caldo continente africano, molti volatili, al massimo compiranno medi e brevi spostamenti mentre altri, imperturbabili, resteranno intorno a noi, spesso invisibili all’occhio poco attento o silenti al pigro orecchio. L’inverno, soprattutto se molto freddo e nevoso coincide ahimè con il più duro periodo dell’anno, dove la scarsità di cibo può rappresentare un serio problema. Basti pensare che moltissime piante, sono prive delle foglie e non hanno frutti mentre gli insetti per la maggiore sono tutti nascosti o ibernati. Alla luce di quest’apparente complicato discorso, la domanda sorgerà spontanea: perché non invitare a pranzo tutti questi buoni amici? A distanza di moltissimi anni da quei lunghi pomeriggi passati a osservare quelle splendide creature oggi più che mai ho capito che l’uomo con poco può davvero fare tantissimo, come ad esempio aiutare piccoli e indifesi esseri viventi in visibile difficoltà. Dare da mangiare agli uccelli nel periodo invernale non è un male come qualcuno sosteneva fino a poco tempo fa, rappresenta solo un aiuto, specie nelle aree urbanizzate e nei periodi più difficili (appunto l’inverno). Qualche mangiatoia con un po’ di cibo e acqua è il migliore addobbo per il nostro giardino o la nostra terrazza e non crediate che non arriveranno, ci vuole solo un po’ di pazienza e discrezione! Personalmente, la sola idea di ripetere quell’invito mi trasmette un’intensa gioia e mi fa anche ritornare quello spensierato ragazzino. Anche quest’anno i miei graditissimi ospiti di natale hanno potuto scegliere a seconda delle diverse abitudini alimentari. All’appello si sono presentati in forze, c’erano davvero tutti, le immancabili cinciarelle, le paffute cinciallegre, le vispe cince more, il saltellante Pettirosso, il curioso Codirosso spazzacamino, la circospetta Passera scopaiola e i fischiettanti zigoli neri accompagnati dai cugini mucciatti. Tutt’intorno dei fringuelli a cinguettare mentre le simpatiche passere d’Italia, un po’ padrone, cercavano di allontanare gli altri commensali. Non sono arrivati ancora i lucherini, ma loro, sono a stagioni alterne, chissà se nell’anno nuovo faranno la comparsa. La sorpresa inaspettata è venuta invece dai timidi occhiocotti, due femmine e un maschio, che tanto hanno gradito il grasso appeso agli alberelli, non si erano mai spinti cosi tanto! Anche un Merlo bizzarro ha cercato di guadagnare qualcosa. Non sono mancate le piccole scaramucce tra di essi, ma si sa, con questa fame c’è sempre chi è più affamato o soltanto un po’ più irruento, alla fine ciò che conta e che sono tutti buoni compagni. Basta davvero pochissimo per far felici questi piccoli grandi amici! Il menù può essere vario: semi di avena o girasole, meglio se mischiati con un po’ di canapa, miscele di cereali, qualche pezzo di frutta fresca, qualche arachide sistemata con tutto il guscio a mo’ di collana – basta sorreggerle con un filo – (evitare assolutamente le arachidi salate o trattate con additivi della più svariata tipologia) più delle palline o pezzettini di grasso (rigorosamente al naturale e senza sale o piccante, vanno bene gli scarti da macelleria derivati dallo scarno della carne), questi possono essere disposti a pendere nei posti più alti e riparati all’interno di retine bucate e morbide. Evitiamo, lo ripeto alla noia, roba conservata, zuccherata e come già detto salata o pepata. Gli uccelli, nei periodi come questo, non disdegnano di mangiare ciò che solitamente declinano ma bisogna capire che c’è un’evidente differenza tra i granivori (che preferiscono i semi) e gli insettivori (che mangiano preferibilmente al grasso). Non sarebbe male anche la presenza di acqua fresca, da cambiare spesso, magari dentro una ciotolina bassa (meglio evitare rischi di annegamento anche perché non solo ci si abbeverano, ma ci fanno anche il bagnetto). La cosa più importante è il disporre il cibo in un luogo aperto e senza nascondigli vicini (almeno per un paio di metri) oppure in alto, evitando così il rischio dei gatti e di altri predatori, sempre all’agguato! Un concreto aiuto che possiamo offrire indistintamente e senza tanto impegno, nei periodi come questo, quando i poveri uccellini, come ampiamente spiegato in premessa, possono trovare difficoltà a trovare da mangiare specie con la neve e il freddo pungente, con le giornate troppo corte e le energie che vanno via in fretta (hanno un metabolismo molto accelerato e bruciano parecchio). L’ultima necessaria raccomandazione: nutrire gli uccelli significa farlo con regolarità, almeno per la stagione invernale poiché una volta abituati essi saranno regolari e conteranno sul vostro aiuto, non è uno scherzo! Interrompere bruscamente la fornitura di cibo, specie nei periodi più duri, potrebbe rappresentare un serio pericolo per la loro sopravvivenza, avendo poi notevoli difficoltà nel cercare altro e soprattutto altrove. Al termine dell’inverno, con la primavera alle porte, sarà il tempo giusto per far cessare la vostra gradita opera, non sarà più necessaria oltre che è sconsigliata nella stagione della riproduzione. Prendersi cura della natura e, dei suoi abitanti è il miglior modo per sentirsi parte integrante di essa e per insegnare ai vostri vicini e ai vostri figli, che il nostro futuro sta spesso nelle nostre stesse azioni appena dietro l’uscio della porta di casa, là dove c’è un mondo fatto di tanti esseri viventi che con il nostro modo di essere spesso danneggiamo e costringiamo alla sofferenza, mi riferisco anche alla stessa razza umana! Un invito a pranzo “naturale” per tanti e buoni amici che ci animano le grigie giornate con il loro melodioso canto e ci colorano il cielo volando spensierati e felici, sono loro che rappresentano la massima espressione di libertà, quella vera e incondizionata che noi possiamo solo sognare di conquistare. La dolcezza infinita, la bellezza primordiale, le tonalità del Creato, c’è tutto questo negli splendidi uccelli che animano da sempre i nostri cuori.
Gianluca Congi © – www.gianlucacongi.it