Asma e BPCO: 15 italiani su 100 soffrono di malattie respiratorie persistenti, 1 su 6 sbaglia la terapia

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ASMA E BPCO – Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e Asma Bronchiale continuano ad affliggere gli italiani. Sono circa sei milioni gli italiani che soffrono di BPCO; tre quelli interessati dall’asma. Più di 300mila, invece, quelli con asma grave. Ad essere maggiormente colpiti, con un aumento proprio negli ultimi mesi, gli anziani. Ma in crescita anche la percentuale di popolazione femminile. In sintesi, 15 italiani su 100 soffrono di malattie respiratorie. E, al momento, non ci sono margini di miglioramento in termini numerici. In arrivo, però, nuovi farmaci e algoritmi speciali che consentiranno una terapia sempre più personalizzata.

IL CONGRESSO – Si conclude oggi a Verona il 20° Congresso Nazionale sulle Malattie Respiratorie “Asma Bronchiale e BPCO: nuovi obiettivi, nuovi rimedi, nuove strategie”, presieduto e organizzato dal Prof. Roberto Dal Negro, Responsabile del Centro Nazionale Studi di Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia Respiratoria con sede a Verona. Oltre 350 gli specialisti presenti, provenienti da tutta Italia.

“Il Congresso, giunto ormai alla sua 20a edizione, rappresenta ad oggi il Congresso monografico di maggior tradizione in Italia – spiega il Prof. Roberto Dal Negro – Anche quest’anno il focus saranno le malattie respiratorie, soprattutto asma e BPCO. Nella fattispecie saranno affrontate le seguenti tematiche: il problema dell’appropriatezza terapeutica in Italia; il mondo degli erogatori dei farmaci respiratori per via inalatoria; le nuove terapie biologiche dell’asma; costi e sostenibilità di Asma e BPCO in Italia, con gli ultimi dati che saranno presentati per l’occasione”.

I DATI – In Italia, la BPCO colpisce circa 6 milioni di persone e quasi 3 milioni l’Asma Bronchiale: la prima colpisce prevalentemente dai 50 anni in su, mentre l’asma interessa mediamente età più giovani. Per quanto riguarda il rapporto tra BPCO ed età, intorno ai 50 anni i malati sono circa il 7%, intorno ai 60 la percentuale sale sino a raggiungere l’11-12%, con numeri che raggiungono il 50-55% oltre i 70.  In sintesi, 1,5 persone su 10 soffrono di malattie respiratorie ostruttive cronico-persistenti. I fumatori sono i più a rischio: di questi, circa 1 su 3 arriva alla BPCO conclamata. In questi soggetti l’incidenza della BPCO e delle complicanze cardiovascolari aumentano esponenzialmente.

I NUOVI FARMACI – Nuove frontiere per i farmaci per le malattie respiratorie. Fondamentale l’approccio biologico nella terapia dell’asma, che sta sempre più prendendo piede. Si tratta di prodotti high-tech che vanno a colpire come “proiettili” le parti malate: sostanze ulteriormente raffinate e anticorpi monoclonali possono arrivare a colpire i delicati meccanismi che sostengono la malattia asmatica. In questo modo, quindi, ci si muove verso una terapia sempre più mirata, sia in fatto di molecola curante, sia in fatto di modalità di assunzione.

Aumentano gli erogatori e le molecole interessate, con sistemi sempre più moderni ed efficaci. Ciò che cambia, soprattutto, è l’approccio agli stessi. “Sono in aumento gli italiani che si informano e che conoscono la terapia – spiega il Prof. Dal Negro – Rispetto al precedente decennio, quando il paziente assumeva farmaci  in maniera inconsapevole, oggi si presta una maggiore attenzione. Di conseguenza anche lo stesso medico  si informa di più e comunica con maggiore precisione”.

IL PROBLEMA DELL’APPROPRIATEZZA TERAPEUTICA – Il problema dell’appropriatezza terapeutica in Italia è, però, particolarmente urgente. Questo va in conflitto con i risultati stessi del miglioramento delle terapie a disposizione. Aggiunge il Prof. Dal Negro: “se da un lato è aumentata l’efficacia dei farmaci, che ormai garantisce ottimi risultati, persiste il problema su come questi vengano utilizzati dal paziente e su come il prescrittore informi sul corretto utilizzo degli stessi. La mancanza di attenzione coinvolge 6 italiani su 10, provocando la non corretta gestione di tali malattie. Di conseguenza aumentano anche i costi sanitari, per una spesa che è arrivata a sfiorare 1 punto di PIL (prodotto interno lordo), pari a circa 15 miliardi di euro“.

MORTI PER MALATTIE RESPIRATORIE IN ITALIA – Le malattie respiratorie in Italia (dati ISTAT) sono la terza causa di morte per gli uomini (77,1 morti per 100 mila abitanti); tra le donne, invece, sono la quinta causa di morte, con un tasso di 61,8 eventi per 100 mila abitanti. I dati del 2013, inoltre, segnano un trend in negativo rispetto al 2009: da 39.949 a 43.444, da 67,6 casi ogni 100mila abitanti ai 73. Le regioni con i maggiori decessi sono, per valori assoluti, Lombardia (6.529), Piemonte (3.886), Lazio (3.724), Emilia Romagna (3.612), Campania (3.195). I rapporti ogni 100mila abitanti, però, segnalano una forte incidenza nelle seguenti regioni: Valle D’Aosta (102,2), Liguria (97,7), Friuli Venezia Giulia (91,6), Toscana (82,6) e Umbria (82,4).

LA SITUAZIONE IN EUROPA – Le malattie respiratorie rappresentano, dopo le malattie del sistema circolatorio e i tumori, la terza principale causa di morte nell’Unione Europea (Dati Eurostat), con una media di 83 decessi per 100 000 abitanti nel 2013. Tra quelle respiratorie, le malattie croniche delle basse vie respiratorie costituiscono la causa di morte più comune, seguite dalla polmonite. Le malattie del sistema respiratorio sono legate all’età, in quanto la grande maggioranza dei decessi per tali malattie si registra tra le persone di 65 anni o più. I più elevati tassi di mortalità standardizzati per malattie respiratorie tra gli Stati membri dell’UE sono registrati nel Regno Unito (144 per 100 000 abitanti), in Irlanda (131 per 100 000 abitanti), in Danimarca (128 per 100 000 abitanti) e in Portogallo (124 per 100 000 abitanti).

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