Astronomia: fango marziano per Curiosity, rover al lavoro

MeteoWeb

Terreno fangoso che si asciuga e si spacca, dando luogo ad una ‘ragnatela’ di crepe: uno scenario frequente sulla Terra che, in base alle immagini e ai dati recentemente raccolti da Curiosity, potrebbe essersi verificato anche su Marte.

L’operoso rover della NASA ha svolto la sua indagine nella parte bassa del Monte Sharp, in una zona chiamata ‘Old Soaker’, utilizzando gli strumenti MAHLI (MArs Hand Lens Imager) e Mastcam (Mast Camera).

L’area – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – è caratterizzata da lastre di roccia solcate da creste superficiali, che hanno indotto gli studiosi a ipotizzare una loro origine dal processo di essiccazione del fango. Se l’ipotesi verrà confermata, si tratterebbe della prima individuazione, sul Pianeta Rosso, di questo tipo di formazione geologica che rimanderebbe a periodi di clima secco giunti dopo condizioni di maggiore umidità.

La zona oggetto dell’esplorazione, secondo gli esperti, si è formata oltre 3 miliardi di anni fa e successivamente è stata coperta da altri sedimenti che hanno dato luogo a rocce stratificate. In seguito, l’azione erosiva del vento ha rimosso i livelli superficiali di ‘Old Soaker’, mentre il materiale che aveva riempito le fratture ha resistito, creando un groviglio di creste. Il team della ricerca ha volto quindi la sua attenzione al riempitivo delle crepe, che può essere di due tipologie.

Nel caso di fenditure di superficie, il materiale è in genere costituito da polveri o sabbia portati dal vento, mentre per le fratture sotterranee, derivanti dalla pressione dell’accumulo di sedimenti, il riempitivo è formato da minerali depositati da flussi d’acqua di falda, come ad esempio, vene di solfato di calcio.

‘Old Soaker’ presenta ambedue i tipi di riempitivo che potrebbero essere indicativi di processi multipli di frattura: in un primo momento, nel fango si sono aperte delle crepe, che poi si sono riempite di materiale, mentre la fase successiva è stata caratterizzata da fratture sotterranee e formazione di vene.

L’ipotesi di solchi connessi al fango, secondo i ricercatori, è coerente con i dati raccolti nell’area del Monte Sharp cui Curiosity ha dedicato molti mesi della sua attività.

Al momento, mentre il team di ricerca continua ad analizzare queste fratture e a cercare siti che presentano formazioni analoghe, il rover ha lasciato ‘Old Soaker’, puntando in salita verso la prossima zona d’indagine.

Curiosity, lanciato con la sonda Mars Science Laboratory il 26 novembre 2011, è giunto a destinazione – il Gale Crater di Marte – il 6 agosto 2012. Nel 2014, dopo aver studiato gli affioramenti rocciosi vicini alla zona del landing, ha raggiunto la base del Monte Sharp.

Condividi