Intorno alla Via Lattea c’è un traffico ininterrotto di stelle che si muovono in gruppo. Come le automobili nel grande raccordo anulare che circonda la città di Roma. Queste stelle, rimaste intrappolate dopo la fusione con galassie minori, si trovano in una regione che circonda la Via Lattea, l’alone galattico. Un’area che gli astronomi pensano sia ricca di quell’elusiva materia oscura che permea circa un quarto del Cosmo, e che finora è sfuggita all’osservazione diretta degli scienziati.
I movimenti di gruppo nell’alone – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – sono stati individuati da un team di astronomi olandesi dell’University of Groningen e statunitensi dell’University of California, Riverside. I risultati sono illustrati in uno studio pubblicato su Astronomy & Astrophysics.
“È la conferma che le stelle dell’alone derivano da piccole galassie che sono state cannibalizzate dalla Via Lattea moltissimi anni fa”, sottolinea Amina Helmi, coordinatrice del team. Gli autori paragonano il movimento di gruppo di queste stelle a quello di stormi di uccelli. “Riteniamo che possano esistere decine o centinaia di questi stormi, anche se al momento ne vediamo solo piccoli gruppi”, continua la studiosa.
Lo studio è basato sull’analisi dei dati di RAVE (the RAdial Velocity Experiment), una campagna osservativa delle stelle della Via Lattea attraverso gli occhi dell’Australian Astronomical Observatory (AAO) e, in particolar modo, dei primi dati in 3D di Gaia (Global astrometric interferometer for astrophysics), resi pubblici e disponibili alla comunità scientifica nel settembre 2016.
L’obiettivo principale della missione Gaia – che porta il nome della divinità femminile della mitologia greca personificazione della Terra – è, infatti, realizzare una mappa tridimensionale della Via Lattea. La sonda dell’ESA, lanciata nel dicembre 2013, è in grado di misurare con precisione movimento, distanza, cambiamento di luminosità e posizione di almeno un miliardo di stelle.
L’Italia gioca un ruolo di primo piano in Gaia, grazie ad ASI e INAF, con la partecipazione al Data Processing and Analysis Consortium (DPAC). I centri italiani di riferimento sono l’ALTEC a Torino, dove viene raccolta e archiviata l’enorme mole di dati prodotti, e l’ASI Science Data Center, a Roma presso la sede dell’ASI, che gestisce invece l’analisi dei dati.
Attraverso i dati di Gaia e RAVE, gli autori hanno, inoltre, scoperto che un’ampia percentuale di queste stelle dell’alone, circa il 70%, si muove in direzione ostinata e contraria rispetto alla maggioranza degli altri astri della Via Lattea. “Possiamo paragonarle ad automobilisti che guidano contromano. La loro elevata percentuale è inattesa rispetto ai nostri attuali modelli. Un risultato – conclude Helmi – al quale non siamo ancora riusciti a dare una spiegazione”.