Sono stati battezzati con i nomi in codice di HAT-P-65b e HAT-P-66b e hanno suscitato l’interesse degli studiosi per le loro ‘forme’ abbondanti. Si tratta di due nuovi esopianeti, classificati come Gioviani Caldi (Hot Jupiters), che orbitano molto vicino alle loro stelle e sono saliti agli onori della cronaca per la peculiare ampiezza del loro raggio.
A queste new entry della scena spaziale è stato dedicato lo studio “HAT-P-65b and HAT-P-66b: Two Transiting Inflated Hot Jupiters and Observational Evidence for the Re-Inflation of Close-In Giant Planets”, condotto da un gruppo di lavoro internazionale e recentemente pubblicato sulla rivista The Astronomical Journal.
Scoperti grazie a due telescopi dell’Hungarian-made Automated Telescope Network (HATNet), una rete di sette piccoli telescopi ottimizzati per andare ‘a caccia’ di esopianeti in transito, i due corpi celesti gassosi dal look in ‘stile Giove’ presentano un raggio molto più ampio di quanto si potesse prevedere in base ai modelli teorici.
Il team, coordinato da Joel Hartman dell’Università di Princeton, ha cercato di spiegare le cause di questa discrepanza per capire se i due pianeti fossero così oversize già dall’epoca della loro formazione o se invece, nel corso della loro storia, avessero subito gli effetti di qualche fenomeno che li ha portati ad accrescere il loro raggio.
Gli scienziati – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – hanno esaminato i parametri di HAT-P-65b e HAT-P-66b e di esopianeti individuati con altre specifiche missioni di ricerca (quali WASP, Kepler, TrES e KELT) e sono giunti alla conclusione che esista una correlazione, significativa dal punto di vista statistico, tra il raggio di questi giganti così prossimi ai loro astri di riferimento e la fase di vita in cui si trovano questi ultimi.
I due novelli Hot Jupiters, infatti, orbitano intorno a stelle che hanno vissuto circa l’83-84% della loro vita e che si stanno avvicinando all’uscita di scena.
Quindi, secondo gli autori dello studio, quando tali stelle diventano più luminose in prossimità del loro finale, riversano energia nei pianeti che orbitano loro intorno, provocando un aumento delle temperature e un accrescimento dei loro raggi.
I ricercatori, basandosi su questi risultati, ipotizzano di individuare altri Giovani Caldi dai raggi ‘extralarge’ soprattutto nei pressi di astri âgé, mentre vicino a stelle giovani dovrebbero trovarsi esopianeti che non presentano l’espansione del raggio.