Dai tessuti alla pasta, dalla birra ai cosmetici, dalla carta ai saponi, dai biscotti al pane ma anche detersivi, vernici o addirittura mattoni per la bioedilizia, in Italia è scoppiata la ‘canapamania’ che ha favorito negli ultimi tre anni un aumento del 200% dei terreni coltivati a livello nazionale, che oggi raggiungono quasi i tremila ettari. E’ quanto emerge da uno studio della COLDIRETTI. La ricerca della naturalità nell’abbigliamento, nell’alimentazione ed in generale l’affermarsi di stili di vita più ecologici ha favorito, spiega l’associazione, la diffusione della canapa che è particolarmente versatile negli impieghi ma anche in grado dal punto di vista colturale è a basso impatto ambientale, contribuisce alla riduzione del consumo dei suoli e della desertificazione e alla perdita di biodiversità. “Dalla canapa – spiega ancora COLDIRETTI – si ottengono eco-mattoni da utilizzare nella bioedilizia che, oltre a garantire un’alta capacità isolante, sia dal caldo che dal freddo, assorbono anche Co2, ma c’è anche il pellet di canapa per il riscaldamento, che assicura una combustione pulita. Numerosi gli impieghi in campo alimentare, dai biscotti e dai taralli fino al pane di canapa, dalla farina di canapa all’olio, le cui proprietà benefiche sono state riconosciute dal ministero della Salute, dall’Oms e da numerose ricerche. Il seme di canapa e gli alimenti derivati contengono, infatti, proteine che comprendono tutti gli aminoacidi essenziali, in proporzione ottimale e in forma facilmente digeribile. Dalla canapa si ricavano inoltre tessuti naturali ottimi sia per l’abbigliamento, poiché tengono fresco d’estate e caldo d’inverno, sia per l’arredamento, grazie alla grande resistenza di questo tipo di fibra”. “Il boom della coltivazione della canapa è un’ottima dimostrazione della capacità delle imprese agricole di scoprire e sperimentare nuove frontiere e soddisfare i crescenti bisogni dei nuovi consumatori”, ha affermato il presidente della COLDIRETTI Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “proprio da queste esperienze di green economy si aprono opportunità di lavoro nelle campagne che possono contribuire alla crescita sostenibile e alla ripresa economica ed occupazionale del Paese”. Per l’Italia si tratta in realtà, rileva comunque COLDIRETTI, di uno storico ritorno per una coltivazione che fino agli anni ’40 era più che familiare, tanto che il Belpaese con quasi 100mila ettari era il secondo maggior produttore di canapa al mondo, dietro soltanto all’Unione Sovietica. “Il declino – continua la COLDIRETTI – è arrivato per la progressiva industrializzazione e l’avvento del ‘boom economico’, che ha imposto sul mercato le fibre sintetiche, ma anche dalla campagna internazionale contro gli stupefacenti che ha gettato un ombra su questa pianta”. “Oggi – continua la COLDIRETTI – la consapevolezza dell’esigenza di creare un quadro legislativo di minore rigidità che possa valorizzare le caratteristiche distintive della canapa italiana ha portato finalmente alla creazione di un quadro legislativo che può valorizzare le caratteristiche distintive della canapa in Italia dove – conclude l’associazione – si sta verificando una rapida diffusione della coltivazione dalla Puglia al Piemonte, dal Veneto alla Basilicata, ma anche in Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna”.
Coldiretti: in Italia è canapa-mania, in 3 anni +200% di coltivazioni
