Con il passare delle ore si fa sempre più grave il bilancio dei danni provocati dall’alluvione dello scorso fine settimana in Sicilia. Oltre a quelli già evidenti, in termini di perdita di produzione e di infrastrutture, c’è anche da considerare che per gli impianti arborei, finiti sott’acqua, la piena ripresa produttiva non potrà avvenire prima di due tre anni.
“Sentiamo quotidianamente lo sconforto di migliaia di agricoltori – afferma il presidente della Confagricoltura siciliana, Ettore Pottino – e ci rendiamo conto che siamo di fronte ad una situazione senza precedenti. Raramente in Sicilia si sono verificati due calamità di così vaste proporzioni a distanza di poco tempo l’una dall’altra. Le abbondanti nevicate e gelate di inizio anno e le piogge alluvionali, a soli pochi giorni di distanza, hanno messo al tappeto gli allevamenti e la totalità delle produzioni autunno vernine in pieno campo e quelle in serra pronte per essere immesse nei mercati. Per questa ragione chiediamo al governo regionale di non fermarsi al solo “atto notarile” di attestazione dell’entità dei danni rilevati dagli ispettorati provinciali ma di rappresentare con forza, alle istituzioni nazionali (governo e parlamento) e comunitarie, la necessità di mettere in campo interventi immediati e straordinari per cercare di aiutare concretamente le aziende ferite a ripartire, ad iniziare dalla dichiarazione dello stato di calamità per l’intera regione”.
Il Presidente della Confagricoltura siciliana a questo proposito immagina una legge speciale che esenti le aziende, ricadenti nei territori delimitati e riconosciuti dal ministero, dal pagamento degli oneri fiscali e previdenziali, inclusa l’IMU. Ed ancora, la sospensione e ristrutturazione dei prestiti che le aziende agricole hanno sottoscritto con il sistema bancario per la realizzazione di investimenti nell’ambito del PSR.
“Alla Regione – conclude Pottino – chiediamo ancora due atti concreti: l’immediata erogazione dei contributi comunitari, degli anni pregressi, per il biologico, le indennità compensative e per le misure agroambientali in genere ed il ripristino, da fare nell’ambito della finanziaria regionale, del fondo regionale integrativo di quello nazionale per l’incremento del contributo a favore delle polizze assicurative in agricoltura, in considerazione che occorre puntare su questo strumento come unica possibilità di ristoro dei danni alle produzioni”.