Cosa rende un pianeta roccioso abitabile? Janet e Olive, questione di chimica

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Lo scorso 5 Gennaio, durante l’incontro dell’American Astronomical Society (AAS) a Grapevine (Texas), gli astronomi e i geologi – attraverso i dati dello Sloan Digital Sky Survey (SDSS) – hanno presentato i risultati dei loro studi sulle recenti osservazioni stellari e sui nuovi modelli di struttura degli esopianeti, analizzando come le composizioni chimiche al loro interno possano favorire o meno i campi magnetici e la tettonica a placche, ritenuti fattori fondamentali per lo sviluppo della vita.

Lo studio è stato condotto attraverso le immagini ottenute dall’APOGEE (Apache Point Observatory Galactic Evolution Experiment), lo spettografo di 2,5 metri dello Sloan Foundation Telescope, nel New Mexico. È stata esaminata una frazione di 200.000 stelle, oltre al campione di stelle della missione Kepler della NASA, progettata per scovare pianeti potenzialmente simili alla Terra.

Gli astronomi – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – hanno focalizzato la loro attenzione su novanta stelle Kepler che hanno mostrato di ospitare pianeti rocciosi al loro interno. In particolare, sui sistemi planetari di Kepler 102 e Kepler 407: il primo è una stella meno luminosa del Sole attorno alla quale orbitano cinque esopianeti conosciuti; il secondo è una stella quasi identica al Sole, in termini di massa, ed ospita due pianeti, uno dei quali con una massa tre volte inferiore a quella della Terra.

Studiando in particolare questi due esopianeti, abbiamo stabilito che Kepler 102 è come il Sole, mentre Kepler 407 possiede molto più silicio” spiega l’astronomo Johanna Teske. Cosa comporta questa scoperta per i pianeti e la loro abitabilità? Teske e i suoi colleghi hanno scoperto che il pianeta che orbita intorno a Kepler 407, chiamato dagli astronomi “Janet”, è più ricco di granato mentre il pianeta intorno a Kepler 102, chiamato “Olive” è più ricco di olivina, come la Terra.

La piccola differenza nei minerali potrebbe avere una grande conseguenza per Janet e Olive: il granato è un minerale più rigido dell’olivina, fluisce quindi più lentamente. Questo significa che un pianeta più ricco di granato vedrebbe una eventuale tettonica morire in tempi più brevi. Si tratta di un parametro fondamentale per la vita come la conosciamo dato che vulcani e dorsali oceaniche riciclano gli elementi tra crosta e mantello proprio tramite questi movimenti, regolando la composizione della nostra atmosfera.

Il passo successivo della ricerca sarà quello di estendere questo studio a tutte le stelle osservate da APOGEE che ospitano nelle proprie orbite piccoli pianeti, consentendo agli astronomi di tracciare una più ampia gamma di composizioni e strutture planetarie alla ricerca di pianeti simili alla Terra nel loro contenuto minerale.

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