“Così come voi ricordate la tragedia di cinque anni fa, della fatidica notte quando la Costa Concordia colpì gli scogli (de Le Scole) e si incagliò sulla Punta della Gabbianara, lasciateci unirci a voi nel ricordare coloro che hanno perso la loro vita in quella tragica notte e durante i successivi trenta mesi delle operazioni di rimozione”. Lo scrive in una lettera indirizzata agli abitanti del Giglio Nick Sloane, l’ingegnere sudafricano che fu il responsabile del team durante le operazioni di parbuckling e del trasferimento a Genova del relitto della Costa Concordia. “Credo che sia stato soltanto grazie ad un intervento divino dall’alto che la Concordia si sia così precisamente ancorata sugli scogli di Punta Gabbianara rendendo possibile il salvataggio di molte altre centinaia o migliaia di vite” “Ci corre l’obbligo di ricordare anche le azioni della gente del Giglio, in quella prima notte in cui l’eroismo, l’empatia e l’umanità sono venuti alla ribalta, quando il popolo gigliese ha aperto il cuore, le case e le anime ai sopravvissuti ed alle squadre di soccorso”, prosegue Sloane. “In tutti i trenta mesi successivi in cui le grandi squadre di salvataggio internazionali hanno invaso la vita della comunità gigliese, siamo stati trattati con tanta amicizia e tanto amore. Un vero esempio – scrive ancora – che merita una riflessione di come una comunità ha saputo riunirsi e lavorare all’unisono per aiutare a risolvere la tragedia e il conseguente problema di limitarne i danni”. “So per certo che nessuno delle 500 persone intervenute, appartenenti a 26 diverse nazionalità, potrà mai dimenticare la tragedia e coloro che hanno perso la vita. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con voi e con tutte le famiglie che in questo momento soffrono per loro”, sottolinea l’ingegniere. Sloane conclude con una citazione di Nelson Mandela: “Ogni cosa sembra essere impossibile, e poi alla fine viene fatta”.