Il lago Campotosto è il bacino artificiale più importante d’Abruzzo ed è il secondo d’Europa per estensione, dopo il lago Omodeo, in Sardergna. Situato in provincia dell’Aquila, nella riserva naturale Monti della Laga, a 1313 metri d’altitudine, l’invaso ha una superficie di 14 kmq e una capienza di più di 300 milioni di metri cubi d’acqua, raggiungendo una profondità massima di 30-35 metri. Il lago nacque negli anni 30-40’ sotto il regime Mussolini con la costruzione di tre sbarramenti artificiali con lo scopo di utilizzarne le acque per il funzionamento delle centrali idroelettriche site nella valle del Vomano: la diga Poggio Cancelli, a nord/ovest, realizzata a gravità in terra battuta; la diga di Sella Pedicate, a sud, a gravità in terra battuta con ferro e cemento; la diga di Rio Fucino, posta a est, a gravità in calcestruzzo e ferro. Quest’ultima, alta 44 metri, è lambita dalla faglia sismica dei Monti della Laga, oggetto di valutazioni già dopo il sisma del 2009.
La creazione del lago artificiale ha assunto la forma di una V: i due rami della V vengono detti di Campotosto e di Mascioni, che sono i due centri abitati che si affacciano sulle sponde, insieme a Poggio Cancelli. L’invaso è alimentato, oltre che dal Rio Fucino, da due canali di gronda in corrispondenza delle estremità occidentale e orientale del lago. Il dislivello di circa 300 metri consente l’alimentazione della centrale idroelettrica di Provvidenza, posta in corrispondenza dell’omonimo lago (a sud, nel territorio comunale dell’Aquila) oltre che delle due centrali più lontane di San Giacomo e Montorio (a est, rispettivamente nei comuni di Fano Adriano e Montorio al Vomano situati in provincia di Teramo). Dopo la neve e il terremoto, si teme effetto Vajont nella diga di Campotosto… ricordando una tragica pagina di storia di 53 anni fa. Erano le 22.39 del 9 ottobre 1963. Proprio in quel momento circa 260 milioni di m³ di roccia scivolarono nel bacino artificiale creato dalla diga del Vajont, provocando un’onda di piena alta oltre 200 metri. E fu tragedia, passata alla storia come il disastro del Vajont. Oltre 1900 morti, interi paesi cancellati dalle cartine geografiche.
Una serie di circostanze sfortunate fecero sì che l’enorme ammasso di roccia, precipitasse ad una velocità di circa 108 km orari, finendo nelle acque del bacino idroelettrico artificiale del Vajont, che conteneva circa 115 milioni di m³ d’acqua al momento del disastro. E l’acqua della diga risalì il versante opposto distruggendo tutti i centri abitati lungo le sponde del lago nel comune di Erto e Casso, riversandosi infine nella valle del Piave e trascinando nel fango il paese di Longarone e altri comuni limitrofi. Vi furono 1917 vittime di cui 1450 a Longarone, 109 a Codissago e Castellavazzo, 158 a Erto e Casso e 200 originarie di altri comuni. Per la diga di Campotosto situata proprio su una faglia sismica ,riattivata dalle recenti scosse, studiata dalla Protezione Civile in collaborazione con l’Enel, pare non ci sia alcun pericolo imminente di un effetto Vajont.
Quanto al rischio legato all’eventuale caduta di materiali nel lago in caso di terremoto, Sergio Bertolucci, il presidente della Commissione Grandi Rischi. ha rilevato che “non si configura la possibilità di avere onde che possano superare i dieci metri”. L’Enel è intervenuta con una nota per rassicurare sulla sicurezza della diga, precisando: “ma, proprio alla luce della difficile situazione idrogeologica di questi giorni, ha deciso, come misura cautelare, di procedere ad una progressiva riduzione del bacino”, che ha il 40% del volume invasato”. Un sisma importante potrebbe, a detta degli esperti, danneggiare la struttura della diga e determinarne la tracimazione, con effetti meno violenti e devastanti del Vajont, ma indubbiamente molto importanti per tutti i paesi a valle. Ecco perché potrebbe essere necessario procedere ad un graduale e lento svuotamento della diga.