Il decreto firmato venerdì scorso da Donald Trump per la “protezione della nazione contro l’ingresso di terroristi stranieri negli Stati Uniti” vieta l’arrivo di cittadini provenienti da 7 Pesi musulmani. La misura ha colto di sorpresa molti che erano già sull’aereo al momento della firma dell’ordine esecutivo o erano in procinto di partire, causando disagi in diversi aeroporti degli Stati Uniti. Ecco le persone direttamente coinvolte: – siriani: a tutti i siriani, il cui Paese è in guerra dal 2011, è vietato l’ingresso negli Stati Uniti fino a nuovo avviso; – cittadini di Iran, Iraq, Yemen, Somalia, Sudan, Libia: il testo vieta l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di questi Paesi per un periodo di 90 giorni, il tempo di rivedere i criteri per il rilascio dei visti. La Casa Bianca e il dipartimento di Stato hanno precisato ieri che il decreto riguarda tutti i cittadini di questi Paesi, ad eccezione di quanti hanno la doppia cittadinanza e di alcuni visti diplomatici.
– Green Card e visti di soggiorno per immigrati: il decreto riguarda anche le persone che hanno visti di soggiorno in regola o la stessa green card. Per poter entrare negli Stati Uniti, i titolari di una green card che si trovano attualmente all’estero devono recarsi al consolato americano per ottenere un permesso speciale, stando a quanto precisato dal Dipartimento di Stato. I cittadini dei sette Paesi musulmani che hanno la green card e oggi che si trovano negli Stati Uniti e vogliono viaggiare devono chiedere un’autorizzazione preventiva alle autorità degli Stati Uniti per poter rientrare.
– Il decreto firmato venerdì ha ordinato anche la sospensione per quattro mesi del programma per i rifugiati, uno dei più ambiziosi al mondo in tema di accoglienza delle vittime di conflitti. Creato nel 1980, il programma ha permesso di accogliere negli Stati Uniti circa 2,5 milioni di persone. Solo una volta era stato sospeso per tre mesi: subito dopo gli attentati dell’11 settembre 2001