Fra ricerca e tradizione giapponese nasce il primo ‘filato di carta’

MeteoWeb

Un progetto di ricerca e innovazione riesce per la prima volta a creare un filato in carta giapponese. E’ Paper Knit, la linea di confine tra Oriente e Occidente, tradizione e tecnologia. A lanciarlo, in occasione di Pitti Filati 80, a Firenze, è Lineapiù Italia, che presenta le nuove collezioni Lineapiù, Filclass e Lineapiù Knitart primavera/estate 2018. Paper Knit è una novità assoluta nel mondo dei filati, una ‘rivoluzione’ firmata Lineapiù che è riuscita a trasferire in un filato la mano le sensazioni, le proprietà e l’estetica tipica dell’arte giapponese di lavorare la carta washi.
Due i filati di carta proposti in collezione: Carta, autentico filo di carta ritorto assieme a un filo di poliammide per generare effetti origami in maglia, e Mars, nastro di ‘carta’ di nylon spalmato con colori a pigmento che imita l’effetto delle pennellate ad acquerello, in un’unione tra artigianale e tecnologico. Il filato di carta della gamma Paper Knit trae origine dalla millenaria tradizione giapponese della carta washi, portando nel mondo della maglieria le lavorazioni più caratterizzanti come origami, pittura e collage.
Realizzato in un mix di carta e fibra poliammidica, il filato restituisce un effetto organza, tipico della carta washi: aprendo alla maglieria una gamma di nuove sensazioni tattili, visive e tecniche. Essendo per sua natura una fibra la carta può essere filata e quindi lavorata a maglia.
Lineapiù Italia ha sviluppato un progetto di ricerca che si è dapprima concentrato sull’analisi delle fibre e poi sulle tecniche di trattamento del filato comportando la rettifica di macchinari per la filatura e ritorcitura. Il risultato è, ancora una volta, un filato che amplifica le opportunità per l’industria della moda – di particolare leggerezza, dalla mano peculiare e distintiva – che innova nella tecnica e detta nuove linee nell’estetica.
“La storia di Lineapiù Italia – afferma Alessandro Bastagli, presidente della società – è da sempre legata all’innovazione, tecnica ed estetica: siamo quindi fieri di essere riusciti, una volta ancora, a dare forma a nuovi concetti materici che si pongono al servizio della moda”.
Erroneamente definita carta di riso, la carta washi è tradizionalmente fatta a mano, di buona consistenza, resistente e traslucida, utilizzata in molte applicazioni, come nelle arti tradizionali giapponesi, l’origami, la scrittura e i dipinti a china. La carta inizialmente fu portata in Giappone dalla Cina circa nel 610 dc dai monaci Buddisti che la utilizzavano per scriverci i sutra. Nel IX secolo dc i Giapponesi erano già diventati esperti nella manifattura di carta di qualità eccelsa, e nei secoli l’arte della produzione è stata tramandata nelle famiglie da una generazione all’altra, tanto che, nel corso dei secoli, la lavorazione della washi divenne la specializzazione di molte località del Giappone e ad oggi ne esistono migliaia di tipi, che si differenziano in varietà e raffinatezza. (AdnKronos)

Condividi