Giornata mondiale di lotta alla lebbra: “Curare non basta, necessario accogliere le vittime”

MeteoWeb

Il messaggio per la 64esima Giornata mondiale della lotta al morbo di Hansen “È fondamentale rafforzare la ricerca scientifica per sviluppare nuovi farmaci e ottenere migliori strumenti diagnostici così da aumentare le possibilità di diagnosi precoce”. Lo sottolinea il prefetto del dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, card. Peter Appiah Turkson, in un messaggio per la 64esima Giornata mondiale di lotta alla lebbra che si celebra domani. “In larga parte – segnala il porporato – i nuovi casi vengono identificati solamente quando l’infezione ha già provocato delle lesioni permanenti e segnati, oramai a vita, l’adulto e il bambino o la bambina ammalatisi. D’altro lato, accade che, specialmente nelle aree più remote, sia difficile garantire l’assistenza necessaria a terminare la cura oppure che gli stessi pazienti possano comprendere l’importanza o dare comunque la priorità al proseguimento del trattamento farmacologico eventualmente iniziato“. “Le cure non bastano. Bisogna reinserire a pieno titolo la persona guarita nel tessuto sociale originario – osserva Turkson –: nella famiglia, nella comunità, nella scuola o nell’ambiente di lavoro. Per promuovere e contribuire a tale processo di reintegrazione, peraltro ancora quasi impossibile in molte realtà, è necessario sostenere e incoraggiare ulteriormente l’associazionismo tra gli ex-malati; al contempo, insieme a loro, promuovere la diffusione delle comunità che, come già realizzato ad esempio in India, in Brasile e in Ghana, diventano delle vere famiglie che comprendono e accolgono le persone, offrendo un terreno fertile al mutuo aiuto, ad un’autentica fratellanza“.

Condividi