Oltre 700 test rapidi per l’Hiv eseguiti in meno di 15 giorni, il 41% dei quali ‘first test’, ovvero riferibili a persone che effettuavano per la prima volta l’accertamento: hanno funzionato oltre ogni aspettativa i servizi di test rapido proposti dalla Lila in occasione della testing week europea dello scorso novembre e del primo dicembre 2016, giornata mondiale per la lotta all’Aids. Lo rende noto la stessa Lega per la lotta all’Aids.
Il servizio è stato offerto in 9 città, per un totale di 31 sessioni. Quasi 800 le persone che si sono presentate nelle sedi Lila. A tutti sono stati offerti colloqui di counselling e orientamento. Per il 60% si è trattato di uomini. Si è dichiarato omosessuale o bisessuale il 31% degli utenti. Trentuno anni circa l’età media: un ottimo risultato – sottolinea Lila – considerando che l’età media delle nuove diagnosi si attesta a 39 anni per i maschi e a 36 per le donne e che, per la metà dei casi, si tratta di diagnosi tardive che giungono contemporaneamente o quasi alla diagnosi di Aids.
La Lila ribadisce l’efficacia di questo modello di servizio denominato ‘community-based’, il cui obiettivo è facilitare l’accesso al test e promuovere, per tempo, la consapevolezza del proprio stato sierologico. Oggi nel nostro paese – ricorda la Lega – almeno una persona con Hiv su 4 non ne è consapevole e circa la metà delle persone che hanno contratto il virus scopre molto tardi il proprio stato, fattore che pregiudica l’efficacia delle terapie e può favorire la diffusione del virus.
Per questo la Lila chiede alle istituzioni di “sostenere le attività di testing ‘community-based’, di intervenire per assicurare il dovuto supporto a chi ricorre al self-test e di ampliare e migliorare l’offerta del test Hiv nelle strutture pubbliche eliminando le barriere che ne limitano l’accesso, a partire dal mancato rispetto dell’anonimato”. (AdnKronos)