Il Codice di Leonardo “si mostra” a Roma

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Il “Codice sul volo degli uccelli” di Leonardo arriva a Roma con il 3D. Il prezioso manoscritto, summa delle intuizioni elaborate dal genio rinascimentale toscano e rappresentazione in forma scritta di un sogno incarnato dal mito di Dedalo e Icaro, sarà esposto per la prima volta a Roma presso i Musei Capitolini, accompagnato da un’esperienza multimediale che permetterà di ‘toccare’ il Codice e di ‘volare’ con le macchine di Leonardo.

La mostra “Leonardo e il volo”, presentata nel corso della conferenza stampa ospitata nella sala Pietro da Cortona in Campidoglio, sarà visitabile dal 21 gennaio fino al 17 aprile. Nato da un’iniziativa della Sovraintendenza Capitolina ai Beni Culturali, curata dall’Associazione Culturale MetaMorfosi e Zetema, con la collaborazione dell’Agenzia Spaziale Italiana, l’allestimento museale coinvolge il visitatore in un viaggio ai tempi di Leonardo da Vinci. Il manoscritto originale, giunto per l’occasione per la prima volta a Roma con la scorta blindata, è esposto insieme a contenuti e immagini tridimensionali che permettono di vivere un’esperienza “immersiva”  a bordo dei prototipi di Leonardo in un percorso interattivo che conduce da Vinci sino a Marte.

Il Codice – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – è collocato in un clima box che consente ai visitatori di ammirarlo nella sua interezza. Le apparecchiature multimediali, progettate dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, consentono di “sfogliare” il manoscritto e di leggerlo grazie alla trascrizione in italiano e in inglese.

Il percorso, curato da Giovanni Saccani, della Biblioteca Reale di Torino (dove l’originale viene conservato dal 1893) e Claudio Giorgione, direttore del Museo Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano, inizia con una pinacoteca ‘virtuale’ con alcuni degli studi di Leonardo sul volo e di preparazione al Codice, realizzato nel ‘500 e da cui in molti per secoli hanno tratto ispirazione.

“Il lavoro di Leonardo – ha spiegato l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea Roberto Vittori, in collegamento durante la conferenza stampa – è un intreccio di scienza arte e immaginazione, tre ingredienti che guidano anche l’avventura spaziale, una prosecuzione del suo lavoro. Non a caso una copia digitale è su Marte, a bordo del rover Curiosity”. E proprio lo Spazio chiude simbolicamente la mostra: con il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana è stato allestito uno spazio all’interno della mostra che idealmente collega il Codice all’esplorazione spaziale attraverso le immagini e il modello di ExoMars, il rover europeo che raggiungerà Marte nel 2020.

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