L’intelligenza artificiale ‘indossa il camice bianco’ per aiutare i cardiologi a predire il rischio di morte di pazienti con problemi cardiaci, leggendone il futuro in modo accurato (per i cinque anni successivi). Il software ha imparato a fare predizioni sul rischio di vita di pazienti leggendo le analisi del sangue e analizzando i battiti cardiaci registrati con risonanze ed ecografie. Pubblicato sulla rivista Radiology, lo studio e’ stato condotto presso il Medical Research Council di Londra, coinvolgendo per ora pazienti con una grave forma di pressione alta (l’ipertensione polmonare). La pressione alta nei vasi che portano il sangue ai polmoni e che dai polmoni tornano al cuore e’ pericolosissima: danneggia la meta’ destra del cuore e in un terzo dei casi porta alla morte del paziente nel giro di 5 anni dalla diagnosi. Vi sono delle terapie piu’ o meno aggressive (farmaci, iniezioni direttamente nei vasi sanguigni fino al trapianto di polmone). Conoscere in anticipo quale sara’ la sorte di un paziente utilizzando l’intelligenza artificiale consente di personalizzare le terapie e somministrare cure piu’ aggressive per quei soggetti che sono piu’ a rischio di morire. Il prossimo passo sara’ convalidare la validita’ dell’utilizzo di questo software in ambito clinico e in tal senso i ricercatori stanno gia’ allestendo un trial clinico multicentrico che coinvolgera’ pazienti in tanti ospedali. In seguito il software sara’ testato anche per altre malattie cardiovascolari per vedere se le sue predizioni possano essere estese anche ad altre categorie di pazienti.