“Il dominio della scienza è una repubblica, e tutti i suoi cittadini sono uguali”. Lo scriveva alla fine dell’800 Mark Twain nel volume Which Was the Dream? e probabilmente non poteva immaginare che nel giro di un secolo questo concetto sarebbe sfociato in un vero e proprio nuovo modo di fare ricerca.
Si tratta della citizen science, un concetto multiforme sistematizzato pochi anni fa da una definizione dell’Oxford English Dictionary: “attività scientifica condotta da membri del pubblico indistinto in collaborazione con scienziati o sotto la direzione di scienziati professionisti e istituzioni scientifiche”.
Le origini di questo approccio alla scienza ‘dal basso’ – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – sono in realtà piuttosto antiche: basti pensare alla speleologia, la disciplina che studia la genesi e la natura delle grotte e che è nata proprio dalla passione degli esploratori delle cavità naturali. O alla stessa archeologia, che negli anni è stata arricchita dalle continue scoperte di cittadini attivi sul territorio e di intraprendenti viaggiatori.
Ma oggi, grazie alla diffusione della rete e degli smartphone, è diventato sempre più facile partecipare a progetti scientifici che chiamano in causa i cittadini. E la regina della citizen science è forse proprio l’astronomia, settore che vanta il più alto numero di scienziati amatoriali.
Dalla caccia di segnali di vita intelligente nel cosmo con il progetto SETI@home, fino ad arrivare all’enorme successo del progetto legato alla sonda NASA Stardust che invitava i cittadini a identificare tracce di polvere interstellare seminate dalla cometa Wild 2: basta farsi un giro nel cyberspazio per trovare decine di iniziative che permettono di dedicarsi allo studio dell’Universo restando comodamente seduti al computer di casa.
Ultimamente, l’esempio forse più significativo è quello di JunoCam, la camera ad alta risoluzione posizionata a bordo della sonda Juno per realizzare ritratti ad alta definizione di Giove.
Costruita dalla Malin Space Science System, JunoCam è una camera nella luce visibile, progettata per scattare centinaia di fotografie delle regioni polari del pianeta gigante.
Ma il suo obiettivo più importante è coinvolgere il pubblico nell’elaborazione delle immagini, dando libero spazio alla vena artistica dei cittadini.
Di più: l’ultima iniziativa della NASA rispetto al viaggio di Juno è stata mettere in piedi un vero e proprio sistema di votazione per stabilire quali saranno i prossimi passi della sonda attorno a Giove.
Il 2 febbraio infatti Juno si troverà faccia a faccia con il quinto pianeta del Sistema solare, posizionandosi alla minore distanza mai raggiunta dal gigante gassoso.
Così chiunque può andare sul sito dedicato a JunoCam e selezionare le sue manovre preferite da far compiere a Juno. E scrivere un pezzetto di storia dell’esplorazione del nostro Universo, grazie alla democrazia della rete.