“In Abruzzo le imprese iscritte alle Camere di commercio sono 130mila. Di queste, quasi 1 su 4 e cioè circa 25-30mila ha avuto danni per maltempo e terremoto, e di queste 6-7.000 sono imprese artigiane”. Così, intervistato da Labitalia, il direttore di Cna Abruzzo, Graziano Di Costanzo, fa il punto sulla situazione per le imprese nella Regione. Secondo Di Costanzo, “considerando che nei precedenti eventi atmosferici del 2013 e del 2015 furono riconosciuti danni rispettivamente per 74 e 41 milioni di euro, e che quanto avvenuto in questi giorni è stato anche dieci volte più violento, possiamo ipotizzare danni superiori a un miliardo di euro”. “Ma sono solo – avverte – ipotesi nostre, nulla di più. E’ ancora presto per fare la conta: in questi giorni manderemo dei moduli ai nostri associati che sono diecimila in tutto l’Abruzzo, per fare delle prime stime da trasmettere poi a prefetture e Protezione civile”. Di certo, ribadisce Costanzo, “ci sono imprese che non hanno avuto corrente elettrica per una settimana e che quindi non hanno potuto produrre o che hanno perso i loro prodotti deperibili nei frigoriferi”. “E ancora – prosegue – tante aziende non hanno potuto consegnare i loro prodotti con i tir che sono rimasti fermi nelle autostrade. Senza dimenticare chi ha subito crolli dei capannoni e allagamenti. Sono certo danni diversi -ripete- rispetto a quelli delle imprese agricole che hanno perso gli animali che stavano all’aperto”. E la situazione, spiega ancora Di Costanzo, “tarda a tornare alla normalità: ci sono intere zone dell’entroterra che non sono raggiungibili, la neve non si scioglie e la temperatura resta bassa; le merci non arrivano e i supermercati somigliano a quelli dei Paesi dell’Est di un tempo”. “E in una situazione del genere -spiega Di Costanzo- tante pmi e artigiani come edili, impiantisti ma anche parrucchieri, estetiste e commercianti tardano a riaprire”. Di certo, le imprese chiedono risposte rapide allo Stato: “Abbiamo subito chiesto la sospensione di tutte le tasse. Non è possibile pagarle in questo momento per le aziende, dopo non aver prodotto e non aver fatturato per dieci giorni. E poi l’altra richiesta che abbiamo fatto è stata di riattivare la cassa integrazione in deroga”.