Trapianto di fegato effetto ‘domino’ all’ospedale Bambino Gesù di Roma. Per la prima volta in Italia su due pazienti pediatrici, due adolescenti, affetti da malattie diverse e da tempo in lista di attesa. La prima donazione, da cadavere, ha permesso di trasformare il primo ricevente in donatore e di trapiantare, dunque, il fegato asportato nel secondo ragazzo. “Entrambi i pazienti – fa sapere l’ospedale – hanno superato positivamente il decorso postoperatorio e sono stati dimessi da alcuni giorni”. Il primo paziente era affetto da leucinosi, una malattia metabolica genetica inserita tra quelle sottoposte a screening neonatale obbligatorio, conosciuta anche come malattia delle urine a sciroppo d’acero. “Se non riconosciuta e trattata adeguatamente – spiega il Bambino Gesù – causa un’encefalopatia progressiva, senza però alterare le funzioni principali del fegato. Nelle persone con questa patologia il trapianto del fegato si rivela una soluzione terapeutica molto efficace in quanto ripristina una sufficiente attività metabolica e permette di tollerare una dieta pressoché normale, con una drastica riduzione del rischio di complicanze neurologiche”. Il secondo paziente, invece, era affetto da una cirrosi biliare cronica, causata da atresia delle vie biliari. “L’atresia delle vie biliari è una malattia che provoca l’infiammazione e la conseguente ostruzione dei dotti biliari che trasportano la bile dal fegato nell’intestino – raccontano ancora dall’ospedale – e il paziente era in gravi condizioni cliniche. Anche in questi casi il trapianto di fegato rappresenta la strategia di intervento più efficace”. I chirurghi del Bambino Gesù hanno quindi asportato il fegato del paziente affetto da leucinosi e lo hanno riutilizzato per il secondo paziente. “La leucinosi infatti – spiega l’ospedale – non altera le funzioni principali del fegato e il ricevente non corre il rischio di sviluppare la malattia metabolica”. “La tecnica di trapianto ‘domino’ è una forma particolare di trapianto da vivente, che può essere applicata solo in casi selezionati presso ospedali dove, oltre alle competenze tecniche chirurgiche ed epatologiche, è presente anche un centro specializzato nella cura delle malattie metaboliche – ricorda l’ospedale Bambino Gesù – La realizzazione di questi due trapianti contemporanei ha richiesto da parte di tutto l’ospedale un notevole sforzo organizzativo, essenziale per la buona riuscita degli interventi”.