Otto super miliardari detengono la stessa ricchezza netta (426 miliardi di dollari) di metà della popolazione più povera del mondo, vale a dire 3,6 miliardi di persone. E’ quanto emerge da ‘Un’economia per il 99%’, nuovo rapporto di Oxfam diffuso oggi alla vigilia del Forum economico mondiale di Davos che analizza quanto la forbice tra ricchi e poveri si stia estremizzando oltre ogni ragionevole giustificazione.
I dati dicono che multinazionali e super ricchi continuano ad alimentare la disuguaglianza, facendo ricorso a pratiche di elusione fiscale, massimizzando i profitti anche a costo di comprimere verso il basso i salari e usando il loro potere per influenzare la politica.
È necessario un profondo ripensamento, secondo Oxfam, dell’attuale sistema economico che fin qui ha funzionato a beneficio di pochi fortunati e non della stragrande maggioranza della popolazione mondiale.
Secondo le nuove stime sulla distribuzione della ricchezza globale, basate su dati migliorati rispetto alla condizione delle fasce di popolazione meno abbienti in Cina e India, la metà più povera del pianeta è ancora più povera di quanto calcolato in passato. Se questi dati fossero stati disponibili già lo scorso anno, avremmo avuto 9 miliardari in possesso della ricchezza della metà più povera del mondo e non 62.
“È osceno che così tanta ricchezza sia nelle mani di una manciata di uomini, che gli squilibri nella distribuzione dei redditi siano tanto pronunciati in un mondo in cui una persona su 10 sopravvive con meno di 2 dollari al giorno – ha detto Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia – La disuguaglianza stritola centinaia di milioni di persone, condannandole alla povertà; rende le nostre società insicure e instabili, compromette la democrazia”.
“In tutto il mondo le persone vengono lasciate indietro. Alla logica della massimizzazione dei profitti si contrappone una realtà di salari stagnanti e inadeguati, mentre chi è al vertice viene gratificato con bonus miliardari“, ha aggiunto Barbieri. “I servizi pubblici essenziali come sanità e istruzione subiscono tagli ma a multinazionali e super ricchi è permesso di eludere impunemente il fisco. La voce del 99% rimane inascoltata perché i governi mostrano di non essere in grado di combattere l’estrema disuguaglianza, continuando a fare gli interessi dell’1% più ricco: le grandi corporation e le élite più prospere”.
Il rapporto di Oxfam dimostra come l’attuale sistema economico favorisca l’accumulo di ricchezza nelle mani di una élite super privilegiata ai danni dei più poveri, che sono in maggioranza donne. I mega paperoni dei nostri giorni si arricchiscono a un ritmo così spaventosamente veloce che potremmo veder nascere il primo trillionaire (ovvero un individuo che possiederà più di 1.000 miliardi di dollari) nei prossimi 25 anni. Per avere un’idea del significato (la parola non è ancora nei vocabolari) bisogna pensare che per consumare un trilione di dollari è necessario spendere un milione di dollari al giorno per 2.738 anni.
Rabbia e scontento per una così grande disuguaglianza fanno già registrare contraccolpi: da più parti analisti e commentatori, sottolinea il rapporto, hanno rilevato che una delle cause della vittoria di Donald Trump in Usa, o della Brexit, sia proprio il crescente divario tra ricchi e poveri.
Sette persone su dieci vivono in Paesi dove la disuguaglianza è cresciuta negli ultimi 30 anni: tra il 1988 e il 2011 il reddito medio del 10% più povero è aumentato di 65 dollari, meno di 3 dollari all’anno, mentre quello dell’1% più ricco di 11.800 dollari, vale a dire 182 volte tanto. In questo quadro, le donne sono particolarmente svantaggiate perché trovano prevalentemente lavoro in settori con salari più bassi e hanno sulle spalle la gran parte del lavoro domestico e di cura non retribuito. Di questo passo ci vorranno 170 anni perché una donna raggiunga gli stessi livelli retributivi di un uomo. (AdnKronos)