La NASA ha avviato una nuova campagna per lo studio delle aurore. L’agenzia spaziale Usa ha in programma di lanciare tre missioni, attraverso cinque razzi sonda, dal Poker Flat Research Range, in Alaska, tra gennaio e marzo 2017. L’obiettivo sarà studiare il campo magnetico terrestre e il suo impatto sulla ionosfera.
Il riferimento – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – è a quella regione dell’atmosfera compresa tra 90 e 200 km, in cui esiste un’elevata concentrazione di elettroni e ioni prodotta da raggi ultravioletti e raggi X provenienti dal Sole, e in minor misura dai raggi cosmici, che portano alla ionizzazione dell’aria.
Le missioni studieranno, oltre alla composizione dell’atmosfera, lo spicchio di spazio più prossimo alla Terra, lo stesso frequentato dagli astronauti e popolato da satelliti. La NASA condurrà, ad esempio, ricerche sul modo in cui la magnetosfera e l’attività del Sole, in particolare del vento solare, influenzano l’origine delle aurore, che dipingono di verde il cielo a latitudini polari.
“Le aurore producono monossido di azoto che si accumula nell’atmosfera, perché nelle notti polari non c’è un significativo processo di distruzione di questo composto – spiega Scott Bailey, responsabile della prima delle tre missioni -. Scopo di questa missione è misurare la concentrazione e l’altitudine del monossido di azoto. Questo composto, infatti, in opportune condizioni, può raggiungere la stratosfera e distruggere l’ozono”.
Le altre due missioni sono, invece, incentrate sullo studio delle caratteristiche delle aurore. “La luce visibile prodotta nell’atmosfera come aurora – afferma Kristina Lynch, responsabile dell’ultima delle tre missioni NASA in Alaska – è l’ultima tappa di una catena di processi che collegano il vento solare all’atmosfera stessa. L’analisi di queste interazioni e i dati prodotti dalle tre missioni – conclude la studiosa – forniranno agli scienziati conoscenze preziose, che potranno essere utilizzate anche per lo studio di altri corpi planetari”.