Siamo a Katmandu, principale porta di accesso alle meraviglie del Nepal, che custodisce l’anima autentica del paese, le sue tradizioni e la sua storia millenaria. Capitale vibrante del paese, caotica, situata nel cuore dell’omonima Valle, con viottoli trafficati da uno stuolo di ciclisti che sferragliano tra ciottoli e pozzanghere, si narra che sia stata fondata da Gunakamadeva alla confluenza dei fiumi Bagmati e Vishnumati intorno al X secolo d.C. ma di quel periodo si ha solo un documento in cui si parla di un edificio in legno, il Kasthamandap che più tardi darà il nome alla città.
Questa metropoli offre davvero tanto ai suoi visitatori. Il suo cuore nevralgico è Durban Square, tra autentici gioielli architettonici, capolavori artistici e strutture in legno e piet. Tra i più noti: il Kumari Bahal, in cui vive ancora la dea vivente, l’Hanuman Dhoka, il complesso dei palazzi reali, il suggestivo Tempio delle scimmie, al culmine di una lunghissima scalinata, lo stupa di Boudhanath, dal forte valore simbolico, con la sua caratteristica cupola bianca che svetta sullo skyline cittafino, uno dei più antichi templi buddisti al mondo.
Da non perdere il tempio Pashupatinath, attorniato da numerose pagode lignee, uno dei templi indù più importanti del territorio; l’Antico Palazzo Reale, diventato museo di Nrayanhiti, il tempio di Kasthamandap, costruito, secondo la leggenda, con un singolo albero di Sal Labero, tipico del territorio; il tempio di Maju Deval, edificio a tre piani dedicato a Shiva, costruito nel 1690. Attorno alla città si estende la catena montuosa dell’Himalaya, riconoscendo, in lontananza, l’Everest. Quando visitare Katmandu? Preferibilmente nei periodi intermedi, quindi ottobre/novembre o marzo/aprile in cui la visibilità è ottima, le temperature sono calde ma non soffocanti e i brevi rovesci portano un po’ di frescura. La città è il punto di partenza per scoprire il Nepal che oggi vive una ricostruzione attenta a preservare l’eredità del passato, guardando sempre al futuro.