Un balzo indietro nel tempo, fino all’epoca in cui la nostra stella aveva meno di 10 milioni di anni – un infante in termini astronomici, considerando che la sua età attuale è stimata di circa 4,57 miliardi – per raccogliere indizi utili a decifrare la storia del Sistema Solare.
Sarà questo l’obiettivo della missione robotica Lucy, il nuovo archeologo cosmico targato NASA, selezionato tra una rosa di 5 candidati insieme a Psyche, per volare nel 2021 oltre Giove e studiare sei asteroidi troiani imprigionati nell’orbita del pianeta gigante.
Secondo i piani dell’Agenzia Americana, la sonda robotica dovrebbe raggiungere la fascia principale – una regione situata tra le orbite di Marte e quelle di Giove popolata da corpi minori, tra i quali ricordiamo Vesta e Cerere, “visitati” dalla missione Dawn – per esplorare tra il 2027 e il 2033 sei asteroidi troiani di Giove.
Questi oggetti, legati al gigante del Sistema Solare per via della forza di gravità, sono considerati fossili di un’epoca antecedente alla formazione del nostro “domicilio” spaziale e potrebbero essersi formati ben distanti dal punto in cui si trovano attualmente. Ciò vuol dire – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – che essi rappresentano i resti del materiale primordiale che ha generato i pianeti esterni e perciò una finestra archeologica su un’epoca remota in termini spazio-temporali. Per questo il progetto è stato battezzato Lucy – come i frammenti fossili di australopiteco scoperti in Etiopia nel 1974 – una missione dedicata allo studio dei reperti provenienti dall’infanzia del Sistema Solare.