Pochi infortuni su sci e snowboard, meno che nel resto d’Europa

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La stagione sciistica è partita col botto, anche grazie alle rigide temperature di questi ultimi giorni. E come ogni anno si registrano infortuni, in qualche caso mortali, anche se “in Italia il numero dei decessi è relativamente basso, a fronte del gran flusso di persone che ogni inverno affollano le stazioni sciistiche”, spiega all’AdnKronos Salute Marco Giustini, epidemiologo dell’Istituto superiore di sanità.
“Abbiamo una media di 40 incidenti all’anno, 20 dei quali mortali”, prosegue Giustini. Buona parte è dovuta a cadute accidentali, fuori pista, impatti contro ostacoli, anche perché “in linea di massima la maggior parte degli infortuni è causata da cadute da perdita di equilibrio e non da scontri con altri sciatori, che sono solo il 15% del totale”.
Numeri bassi dovuti anche alla qualità delle nostre piste? “Assolutamente – evidenzia Giustini – l’Italia è all’avanguardia per la sicurezza. Le piste sono ben preparate e molto ben mantenute. Si investe molto, soprattutto per quanto riguarda la riduzione della probabilità di impatto con ostacoli a bordo pista. I tassi di incidenti in Italia rispetto alle principali stazioni straniere, infatti, sono mediamente più bassi”.
“Dobbiamo poi differenziare marcatamente quelli che sono gli incidenti da sci e quelli da snowboard”, sottolinea l’epidemiologo. “Se uno non è più pericoloso dell’altro, in caso di incidente le dinamiche e le conseguenze sono diverse: lo sciatore in genere si fa male agli arti inferiori per colpa delle torsioni che lo sci imprime alle articolazioni, al ginocchio in particolare (la lesione tipica coinvolge il legamento). Per gli snowboarder, invece, il trauma più frequente riguarda gli arti superiori, mani e polsi, poiché cadendo si tende a ripararsi mettendo le mani avanti”.
Quali sono le regole da rispettare per non incorrere in incidenti? “Il casco è fondamentale – evidenzia Giustini – riduce il rischio di trauma cranico, che è una delle principali cause di mortalità. Fortunatamente il casco si è ormai diffuso largamente, anche se non c’è l’obbligo di utilizzarlo, tranne che per i minori di 14 anni. Ma ormai almeno il 90% degli sciatori ne fa uso”.
Essenziale anche una corretta forma fisica: “Sicuramente l’errore è quello di improvvisarsi sciatori competenti, magari dopo un anno di completa stasi dietro una scrivania”, suggerisce Giustini. “Occorre una corretta preparazione fisica: ravvivare il tono muscolare può contribuire a ridurre sintomi di stanchezza che sono concausa di incidenti, che possono avvenire soprattutto nel pomeriggio. E’ consigliabile fare attività mirata per gli arti inferiori, seguire una corretta alimentazione e non fare uso di alcol per non ridurre le proprie capacità di equilibrio”, conclude. (AdnKronos)

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