Premio Nonino 2017: un inno alla civiltà contadina e alla globalizzazione

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Un inno alla civilta’ contadina – ai suoi drammi, alle sue “vite minuscole”, alla sua fragilita’ – ma anche il tema dell’internazionalizzazione dell’economia e dei mezzi di comunicazione che annullano i contatti umani con, sullo sfondo, la grande incognita del riaccendersi delle utopie nazionalistiche e terroristiche. E’ stata tutto questo l’edizione 2017 dei premi Nonino assegnati oggi a Percoto (Udine) nel corso di una cerimonia alla quale hanno partecipato oltre 600 ospiti. Hanno ritirato i premi agronomi, storici, archeologi e filosofi che in qualche modo non si arrendono, come la famiglia Nonino – e’ stato spiegato – all’idea che la globalizzazione debba o possa per forza di cose annullare tutte le diversita’ o le biodiversita’. Isabella Dalla Ragione (cui e’ andato il premio Risit d’aur – Barbatella d’oro) ha cosi’ illustrato il suo progetto di parco arboreo in Umbria dove sperimenta e preserva colori, profumi e sapori antichi della terra; Cyprian Broodbank (premio Nonino) ha illustrato il suo “Mediterraneo” un lavoro ciclopico di rilettura dei rapporti umani e sociali attraverso il mare nostrum (“Comunque e’ sempre stato luogo di incontri”); mentre Pierre Michon, francese, cui e’ andato il premio Internazionale Nonino, ha descritto com’e’ nata l’idea del suo libro piu’ famoso “Vite minuscole”, uno sguardo agli ultimi, guardando il nonno curvo nell’orto a dolersi di non poter piu’ essere contadino che era. L’intervento piu’ duro e drastico e’ stato quello del filosofo inglese John Gray cui e’ andato il premio “A un Maestro del nostro tempo”. Gray ha spiegato come sia inutile e senza senso la volonta’ di potenza espressa dall’uomo da sempre impegnato a dominare se stesso e la natura. “Dobbiamo capire invece che il cambiamento e’ il nostro destino” e che “non ci vengono in soccorso, in questo cambio di prospettiva, scienza e tecnica. Anzi nell’era della globalizzazione, quando tutti siamo connessi, l’uomo perde la sua capacita’ di relazione. Insomma siamo piu’ soli. E a nulla servono anche le religioni che emergono qua e la’, intrise di modernismo, e di visioni utopiche della societa’. Mentre il vero movimento del pensiero – ha concluso – va dalla magia al mistero in una sorta di cambiamento metafisico capace di ridisegnare il nostro essere nella storia”.

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