Il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi si e’ recato ad Addis Abeba per partecipare alla 28ma sessione dell’Unione africana che riunira’ domani nella capitale etiope altri 32 capi di stato del continente. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale “Mena”, Al Sisi presiedera’ una riunione del comitato sui cambiamenti climatici dei leader africani. Ieri il capo dello Stato egiziano aveva rilasciato dichiarazioni sulla questione della Diga della rinascita, mega struttura etiope che ridurrebbe di fatto l’afflusso di acqua da uno degli affluenti principali del Nilo, il Nilo Azzurro. “Nessuno puo’ negarci la nostra quota di acqua del Nilo, perche’ per noi e’ una questione di vita o di morte”, aveva detto il capo dello Stato egiziano. Il tema della Diga della Rinascita e’ un dossier di particolare rilevanza per l’Egitto, il Sudan e l’Etiopia. Per Addis Abeba questo progetto appare irrinunciabile, dal momento che, una volta ultimata, la diga – che creerebbe un lago artificiale da 63 miliardi di metri cubi d’acqua – diventerebbe il piu’ grande sistema idroelettrico di tutta l’Africa, con una capacita’ complessiva di 6 mila megawatt, in grado di fornire energia e luce elettrica a tutto il paese, anche nelle piu’ remote regioni dell’altopiano, e venderla anche ai paesi vicini. Inoltre, l’Etiopia sta conoscendo una formidabile crescita economica ed ha un assoluto bisogno di energia. Da parte sua l’Egitto, dopo aver criticato fortemente il progetto etiopico, parrebbe intenzionato a rinunciare a qualcosa, incentivato anche dalle aperture delle autorita’ di Addis Abeba circa la garanzia che la diga non sara’ usata per alimentare un nuovo sistema di irrigazione, ma soltanto per la produzione di energia elettrica. In cambio di questa garanzia, la costruzione della diga potrebbe d’altronde costituire per il Cairo l’occasione per riconvertire le colture del paese concentrandosi su raccolti a maggior valore aggiunto e minor utilizzo d’acqua. A dividere Etiopia ed Egitto e’ in particolare la decisione su quale accordo internazionale debba essere preso in considerazione per quanto riguarda la suddivisione delle quote d’acqua spettanti a ciascun paese del bacino del Nilo.