“Potrebbe essere demolita e sostituita da un albergo a cinque stelle di ben 20 piani. È questa la fine che rischia di fare la storica Villa Nemazee, a Teheran, progettata da Gio Ponti in collaborazione con Fausto Melotti e Paolo Poli tra il 1957 e il 1964. L’allarme è stato lanciato da alcuni quotidiani, come la Repubblica, e da un recente articolo di Manuel Orazi su Il Foglio e per scongiurare questo pericolo ho presentato una interrogazione ai Ministri degli Esteri Alfano e dei Beni Culturali Franceschini”. Lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, depositando l’interrogazione sul rischio demolizione di Villa Nemazee. “Commissionata al famoso architetto italiano – continua – dall’uomo d’affari iraniano Nemazee Shafi, la villa ha un altissimo valore architettonico ed è l’unico palazzo firmato da Giò Ponti in Medio Oriente ancora intatto. Una testimonianza importante, divenuta ancora più preziosa dopo il danneggiamento subito durante l’ultimo conflitto dall’edificio progettato da Ponti a Baghdad, in Iraq. Non a caso per salvare questa importante opera si stanno mobilitando anche gli architetti iraniani e la stampa internazionale. A mettere a rischio Villa Nemazee, su cui era già stato posto un vincolo come edificio di interesse nazionale, è arrivata una recente sentenza di un tribunale che ha permesso agli attuali proprietari di stralciare il vincolo. Ora dunque la villa può essere venduta e persino abbattuta a favore di un progetto di speculazione edilizia”. “Per scongiurare questo pericolo – prosegue – ho sollecitato i ministri interrogati a mostrare al Governo di Teheran e all’amministrazione cittadina, anche tramite la nostra rappresentanza diplomatica e il nostro Istituto di Cultura, la preoccupazione e l’opposizione italiana all’abbattimento di Villa Nemazee, un gioiello della nostra architetturasimbolo delle ottime relazioni diplomatiche, commerciali e culturali che l’Iran e l’Italia hanno avuto da sempre”.